
Non c’è pace per i cattolici indonesiani. All’uscita della messa per la domenica delle Palme, due i kamikaze in motocicletta si sono lanciati contro la cattedrale cattolica di Makassar, nell’isola indonesiana di Sulawesi. I due attentatori, imbottiti di esplosivo, sono deceduti nello scoppio che ha causato venti feriti tra i fedeli.
Il coraggio della guardia
Secondo alcune ricostruzioni, sarebbe stata una guardia, Cosmas, a insospettirsi e a fermare i due kamikaze che volevano accedere all’interno della chiesa. A quel punto, i due si sono fatti esplodere all’esterno, ferendo lo stesso Cosmas. Fossero riusciti a entrare, il numero delle vittime sarebbe stato più alto.
Jad affiliato all’Isis
Secondo la polizia i due attentatori appartenevano al network Jamaah Ansharut Daulah (Jad), affiliato all’Isis, già responsabile di un altro attentato a una chiesa nel 2018, a Surabaya.
Allora, monsignor Robertus Rubiyatmoko, arcivescovo di Semarang, era stato “profetico” spiegando i timori della comunità cattolica. «La situazione può anche sembrare calma in alcuni momenti, ma poi all’improvviso si verificano degli attacchi, proprio come successo ieri».
L’angelus di papa Francesco
A proposito dell’attentato di domenica, l’arcidiocesi di Makassar, tramite don Fransiskus Nipa, ha diffuso un video messaggio nel quale ha invitato «sacerdoti e fedeli» a «restare calmi e vigili» e a pregare.
Anche papa Francesco, prima dell’Angelus, ha rivolto un pensiero a quanto accaduto in Indonesia: «Preghiamo per tutte le vittime di violenza, in particolare per quelle dell’attentato avvenuto in Indonesia. Ci aiuti la Madonna che sempre ci precede sul sentiero della fede».
Attacchi mirati
Come ricorda Avvenire, «l’Indonesia combatte contro i militanti fin dagli attentati del 2002 a Bali, in cui furono uccise 202 persone, perlopiù turisti stranieri. Ma negli ultimi anni gli attacchi mirati agli stranieri sono stati in gran parte sostituiti da attentati più piccoli e con meno vittime. Questi hanno hanno preso di mira governo, polizia, forze anti-terrorismo e persone che i militanti considerano infedeli».
«Preoccupati per tutta l’Indonesia»
Aiuto alla Chiesa che Soffre ha pubblicato una dichiarazione della Commissione per gli Affari Ecumenici e Interreligiosi della Conferenza Episcopale dell’Indonesia a firma di mons. Yohannes Harun Yuwono, vescovo di Tanjungkarang, nella provincia di Lampung.
«L’attacco suicida non è causa di preoccupazione per i soli cattolici bensì motivo preoccupazione per l’intera nazione e per lo Stato indonesiano. Condanniamo fermamente l’attentato suicida. Esso disonora la dignità umana, distrugge i valori dell’umanità e si aggiunge alla lunga lista di eventi terroristici nella nazione che amiamo».
Foto Ansa