
In Venezuela la crisi economica non risparmia neanche i morti

La crisi economica, sociale e politica del Venezuela è talmente grave che ormai non risparmia neanche i morti. A Maracaibo, seconda città più grande del paese, ogni mezzo è lecito per sopravvivere e anche i cimiteri vengono presi d’assalto.
Come riporta l’Associated Press, la profanazione di tombe e loculi è diventata una triste abitudine. Negli anni Trenta e Quaranta i venezuelani si facevano spesso seppellire con ori e gioielli. Per questo capita sempre più di frequente che i ladri facciano irruzione nei cimiteri la notte, controllino la data di morte sulle tombe e dissotterrino le bare rovistando tra i corpi in decomposizione.
CIMITERI PREDA DEI TOMBAROLI
«Otto mesi fa hanno dissotterrato la bara di un eminente direttore universitario e gli hanno estratto un dente d’oro dalla bocca», racconta José Antonio Ferrer, guardiano del cimitero di El Cuadrado. Dappertutto si trovano resti di cadaveri a cielo aperto in decomposizione. «Questo è un sacrilegio agli occhi di Dio», spiega padre Attilio a France 24. «Ma il cimitero è abbandonato, ormai preda dei tombaroli».
La miseria si trova a ogni angolo a Maracaibo: i tassisti dormono sul cofano delle loro automobili, in fila alle stazioni di servizio in attesa che arrivi un rifornimento di benzina. Che il paese con le più grandi riserve di petrolio al mondo si ritrovi senza gasolio è una delle più incredibili conseguenze della folle gestione economica del regime di Nicolas Maduro. Frequenti blackout lasciano anche interi quartieri senza corrente per settimane e i residenti si affollano al passaggio delle autocisterne che distribuiscono l’acqua.
QUATTRO MILIONI DI VENEZUELANI FUGGITI
La mancanza di cibo, lavoro e cure sanitarie spinge chi può permetterselo a scappare dal Venezuela. Sono già 4 milioni gli abitanti, soprattutto giovani, che si sono visti costretti ad abbandonare le loro case varcando il confine con la Colombia alla ricerca di un modo per sopravvivere.
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