
Il tracollo delle scuole cattoliche
Nel tentativo di capire le ragioni della vittoria elettorale di Bush si è parlato molto del ruolo decisivo svolto nella vita americana dalle Chiese e dalle comunità protestanti evangeliche, fondamentaliste e revivaliste, soprattutto nel sud del paese. Ma questa è soltanto una parte del quadro. L’attuale panorama culturale non può essere compreso senza tenere conto del crollo dell’autorità politica e culturale cattolica nelle grandi città costiere degli Stati Uniti, nelle aree oggi chiamate Stati “blu” (vale a dire democratici). La chiave di questa autorità era il vasto e potente sistema scolastico cattolico, e oggi questo sistema sembra sul punto di scomparire definitivamente dalla vita americana.
Negli Stati Uniti il sistema scolastico cattolico fu creato negli anni quaranta dell’Ottocento, quando una grande quantità di immigrati irlandesi cattolici giunsero in America sfuggendo alla carestia che aveva colpito il loro paese. Le scuole pubbliche di quei tempi erano in effetti protestanti, e vi si insegnava una forma di protestantesimo spesso violentemente anticattolico. Il vescovo di New York e altre importanti personalità insistevano sulla necessità di tenere la religione fuori dalle scuole pubbliche e di lasciarne l’insegnamento alle Chiese; ma questa posizione fu rifiutata perché considerata antiamericana. Il risultato fu la decisione dei vescovi cattolici di costruire e promuovere un proprio sistema scolastico basato sulle parrocchie e sulle congregazioni religiose. A ciò si deve il consolidamento dell’autorità politica e culturale cattolica nelle città in cui milioni di immigrati venivano educati e inseriti nella società americana da un esercito di uomini e donne di religione, famosi tanto per la loro rigida disciplina quanto per la loro incrollabile adesione ai principi dottrinali e morali cattolici.
Qui a New York, come anche a Boston, Philadelphia, Chicago e molte altre città, interi quartieri erano chiamati non con il loro vero nome ma con quello della loro parrocchia o scuola parrocchiale. Le parrocchie sono state definite «mini-stati cattolici», che circondavano completamente la vita dei loro cittadini. Ancora nel 1962 era possibile entrare in questo sistema dall’asilo e uscirne con un dottorato senza avere mai messo il naso fuori da questo universo cattolico e probabilmente senza mai avere avuto un amico che non fosse anche lui cattolico. Oggi è cambiato tutto. L’archivista e storico della diocesi di Brooklyn lo ha detto senza mezzi termini: «Non dominiamo più il panorama urbano». A partire dagli anni Sessanta sono state chiuse circa tremila di queste scuole. Qui a New York, nella diocesi di Brooklyn il numero degli studenti che frequentano scuole cattoliche è sceso di 11.000 unità rispetto al 1999 (e 7000 di queste sono state perse tra il 2002 e oggi).
IL PRODOTTO KERRY
Oggi tutti i più noti cattolici della società americana (nel mondo delle professioni, dei media, della politica, etc.) sono il prodotto di questo sforzo educativo, come per esempio l’ultimo candidato presidenziale democratico, il senatore John Kerry. Questo, naturalmente, rivela lo scioccante risultato che ha avuto questo massiccio impegno, ossia la sua incapacità di creare un “modello cattolico” di pensiero e di giudizio. Oggi l’establishment scolastico cattolico sta cercando nuovi modi per rispondere alla situazione. Questa volta, però, i protestanti potrebbero essere più aperti alle preoccupazioni dei cattolici.
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