Il senso religioso di Benedetto XVI

Le parole “senso religioso” care a don Luigi Giussani e utilizzate dal Papa nel messaggio mandato al Presidente del Senato Marcello Pera in occasione del convegno di Norcia su libertà e laicità pone una novità nel modo di considerare il rapporto tra fede e politica che supera definitivamente il paragone fatto dai media con la situazione dei neo-con americani.
Per molto tempo la parola “esperienza” intesa come metodo per conoscere la realtà è stata appannaggio di una visione relativista e (oggi) nichilista della storia, mentre una gran parte dei cattolici, per contrapporsi al relativismo, si arroccava su una visione fondata solo su principi morali e verità immutabili disincarnate. Don Giussani, riprendendo la tradizione in modo originale, parla di “senso religioso” come di quelle esigenze ed evidenze elementari che costituiscono il cuore dell’uomo: esigenza di verità, di giustizia, di bellezza, che riguardano i diritti naturali (e per questo molto vicini alla tradizione liberale, come è stato ricordato a Norcia da molti interventi) e preesistono al cuore dell’uomo, facendolo quindi, per natura, non relativista.
L’esperienza come forma di conoscenza che sottrae l’uomo al relativismo permette di conoscere la realtà in base alle evidenze che ha in sé. L’uomo, nell’atto del conosce è portato da qualcosa di vero e, potenzialmente, non è soggettivista e relativista. Ogni uomo di qualunque era, di qualunque religione, di qualunque pensiero, in base a questi fondamentali, fa un’esperienza di conoscenza comune agli altri uomini.
Ciò che l’uomo riconosce come vero, costituente la sua natura di uomo, diventa la base dell’affermazione di diritti naturali comuni. Su questo punto vi è un incontro nuovo e originale con molti laici che riconoscono in sé la stessa natura di esseri mossi dal desiderio di cercare nella realtà un significato non ridotto. Il senso religioso come coscienza dei diritti naturali (un diritto naturale che diventa cosciente e dinamico) è fattore di incontro con la realtà e con gli altri uomini ci si sente nel viaggio comune della conoscenza. Si può essere credenti o non credenti, ma il punto è lasciarsi continuamente correggere nella ricerca della verità. Da laici.
*Presidente Fondazione per la Sussidiarietà

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