Il rock sarà anche morto, ma le major sanno come far risorgere i rocker

Di Elisabetta Longo
11 Gennaio 2012
Doors, Radiohead, Beatles. Ogni giorno ha il suo inedito. Ma ne vale veramente la pena? L'unico reale inedito che è riuscito finora a strappare sorrisi e risate è stato quello del senatur Umberto Bossi

Mentre vi scannate sull’eterna disputa se il rock sia morto o meno, “sì, è morto negli anni Sessanta”, “no, forse è durato in agonia fino ai Settanta”, “non è vero, non capite nulla, è vivo e lotta insieme a noi”, le case discografiche se la ridono. Fatevene una ragione, alle spalle dei vostri eterni dibattiti per quanto giusti, ci sarà sempre una soffitta di un tizio sconosciuto che riuscirà a far arricchire le major della musica con l’inedito di turno rispolverato chissà dove.
Alla domanda “come mai non siamo riusciti a sentirlo prima?” non troverà risposta facile. È più facile che Roberto Giacobbo dimostri l’esistenza degli alieni in una puntata di Voyager.

Così dal cappello a cilindro della pagina ufficiale dei Doors di Facebook
, viene pubblicato “She smells so nice”, brano che verrà inserito nella raccolta celebrativa
del gruppo in uscita il prossimo 24 gennaio. L.A Woman, the 40th anniversary, un doppio album, distribuito in varie versioni, nel quale saranno inserite diverse rivisitazioni dei brani classici del gruppo di Jim Morrison più materiale inedito. Una volta accalappiato il collezionista feticista materialista dei cd su Facebook il gioco è fatto.

Di recente un altro gruppo tuttora in vita e in voga, i Radiohead
, hanno visto pubblicati dei loro inediti, risalenti al 1996, i primi anni di attività della band, che agiva con un altro nome, On a friday. “Fat girl” e “Fragile friends”, pezzi che non aggiungono nulla alla conoscenza che si può avere del gruppo di Thom Yorke, oggi re dell’elettronica sofisticata.

Nel 2008 erano stati trovati addirittura 15 brani inediti dei Beatles
, registrati nel 1962. Roba che, siamo certi, starà facendo ridere nell’al di là sia John Lennon sia George Harrison. Qual è l’effettivo valore musicale di brani accennati e strimpellati dal vivo, con acustica rovinata? Lo vedono solo le case discografiche.

L’unico reale inedito che è riuscito a strappare sorrisi e risate
è stato quello del senatur Umberto Bossi, di cui l’anno scorso è uscito un 45 giri del 1964 dal titolo “Ebbro” battuto all’asta per 250 mila euro. Per il resto, i collezionisti ancora sperano nella comparsa di un inedito di Lucio Battisti o di Fabrizio De Andrè, quasi fossero lo scioglimento dei misteri di Fatima. Ma, appunto, il consiglio anche in questo caso il consiglio alle case discografiche sarà “lasciate gli inediti alle loro soffitte”.

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