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Proteste, accuse di togliere il pane dalla bocca degli italiani in difficoltà e di agire «con rancore e odio», di volere innescare una «bomba sociale». Sul taglio del reddito di cittadinanza a circa 250 mila percettori si sono lette e sentite soprattutto le critiche, curiosamente arrivate anche da chi in passato aveva avversato questo tipo di assistenzialismo statale. La decisone presa dall’esecutivo Meloni, però, non è arrivata improvvisa, e si inserisce in un programma più vasto per fare ripartire il mercato del lavoro. «Il reddito di cittadinanza non ha funzionato», dice a Tempi Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati.
Onorevole, la maggioranza di centrodestra vuole affamare gli italiani riformando il reddito di cittadinanza?
Certo che no. Parliamo di un istituto che non ha funzionato, in questo senso dati sono molto chiari: tra chi prendeva il sussidio ha cercato e trovato un’occupazione soltanto una persona su dieci. Parliamo di un provvedim...
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