Qualche settimana fa il governo britannico ha annunciato che l’educazione sessuale nelle scuole per il momento rimarrà a scelta libera della scuola, sia per l’inserimento nel piano di studi, sia sui temi da affrontare, e anche gli alunni potranno scegliere se partecipare o meno. David Cameron ha inoltre specificato che i computer delle scuole saranno dotati di filtri di protezione automatica da contenuti lesivi o non adatti ai bambini. Nel frattempo, però, agli insegnanti è stata distribuita una guida per le ore di educazione sessuale, che spiega che «il porno non è affatto male», perché è «estremamente diversificato», quindi non tutto nocivo. Una guida che poi verrà distribuita in classe ai ragazzini.
PORNO? SI’ GRAZIE. Il manuale è promosso dall’organizzazione non profit Sex education forum. Ne fanno paradossalmente parte due enti di difesa di bambini che hanno subito abusi, la Nspcc e la Barnardo’s. Lo scopo del volume è incoraggiare gli insegnanti a informare i bambini dagli 11 anni su temi come il sexting, cioè l’invio tramite celluare di immagini o testi spinti. In una sezione intitolata “Vogliamo che gli insegnanti sappiano”, si spiega che la pornografia non è tutta negativa, e che in aula «si deve parlare con chiarezza e fiducia sul porno». Si invitano gli insegnanti a far capire agli studenti cosa, di quello che si vede nei film a luci rosse, ha un certo attaccamento alla realtà e cosa è pura finzione.
GENITORI ALLARMATI. Norman Wells, del Family education trust, ha duramente criticato la guida, che ha al suo interno un ampio capitolo sulla pornografia. «L’intenzione di questo manuale sembra essere quella di guidare i bambini e i giovani a stare lontani dai valori morali. E incoraggiarli a pensare che non ci sono comportamenti giusti o sbagliati quando si tratta di espressione sessuale». Si è anche chiesto come reagiranno i genitori quando ne verranno a conoscenza: «Saranno inorriditi dalla prospettiva che in classe venga spiegato ai loro figli che la pornografia è giusta. Un simile insegnamento potrebbe far rompere il velo di timidezza di alcuni ragazzi che vederebbero come giusti atteggiamenti casuali nel sesso».