Il Papa nemico di Hitler

Di Persico Roberto
10 Maggio 2001
Andrea Tornielli, Pio XII. Il Papa degli Ebrei, 400 pp. Piemme, lire 38.000

«Quando il martirio più spaventoso ha colpito il nostro popolo, durante i dieci anni del terrore nazista, la voce del Pontefice si è levata a favore delle vittime»: così si legge nel telegramma di condoglianze per la morte di Pio XII inviato dall’allora Ministro degli Esteri di Israele, Golda Meir. Le faceva eco il rabbino capo di Roma, Elio Toaff: «Più di chiunque altro noi abbiamo avuto modo di beneficiare della grande e caritatevole bontà e della magnanimità del rimpianto Pontefice, durante gli anni della persecuzione e del terrore». L’autorevole rivista ebraica americana Jewish Newsletter rincarava la dose: «Quello che il Vaticano ha fatto è stata una delle più grandi manifestazioni di “umanitarismo” nel secolo XX. Questa condotta magnifica e benefica costituì oltretutto un colpo di grazia contro il razzismo antisemita, e rese un incalcolabile servizio ai rapporti fra cristiani ed ebrei». Dove sarebbe dunque il “Papa di Hitler”, simpatizzante per il nazismo, connivente se non addirittura complice dell’Olocausto, messo alla berlina dal dramma teatrale Il Vicario del tedesco Hochmuth, bersaglio periodico di nuove polemiche? Da giornalista di razza, Tornielli per rispondere alla domanda decide di far parlare i fatti. Allinea i documenti addotti a sostegno dell’una e dell’altra tesi, e lascia poi al lettore le conclusioni. Ma il quadro che emerge da una lettura imparziale lascia ben pochi dubbi. Il presunto antisemitismo di Papa Pacelli è una leggenda, costruita manipolando poche frasi estrapolate dal loro contesto. E i suoi “silenzi” sul genocidio degli ebrei il frutto di una scelta sofferta e ben precisa: «Forse la mia protesta avrebbe procurato a me una lode nel mondo civile, ma avrebbe procurato ai poveri ebrei una persecuzione anche più implacabile di quella che soffrono». Con la strada della prudenza invece il Vaticano riuscì a salvarne (i calcoli sono di uno storico ebreo) almeno ottocentomila.

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