Il “non detto” di Saviano sulla tragedia delle Vele

Di Emanuele Boffi
26 Luglio 2024
Per lo scrittore la colpa della «tragedia annunciata» va imputata al governo e ai "politici". Quali "politici"? Chi ha governato Napoli negli ultimi trent'anni?
Le Vele di Scampia il giorno dopo il crollo, Napoli, 23 luglio 2024 (Ansa)
Le Vele di Scampia il giorno dopo il crollo, Napoli, 23 luglio 2024 (Ansa)

Caro direttore, non so se hai avuto modo di leggere sul Corriere della Sera l’articolo di Roberto Saviano sui morti per il crollo di un ballatoio della Vela Celeste di Scampia. Poche volte ho trovato scritto su un giornale un articolo così egocentrico, lamentoso e fazioso. Secondo l’autore di Gomorra – che lessi a suo tempo e, devo dire, mi era pure piaciuto -, è tutta colpa di quelli che non hanno fatto niente per Scampia. Parla di «tragedia annunciata», ma chi avrebbe dovuto intervenire? Chiede: «I politici napoletani, campani e gli esimi ministri di questo governo con che faccia si presenteranno adesso?». Scrive che è colpa del governo che col «decreto Caivano ha trattato come fosse criminalità il disagio sociale, la marginalizzazione, la mancanza di infrastrutture, la povertà educativa oltre che economica». Insomma, è colpa della destra cattiva che governa da due anni questo Paese.

Annarosa Nuvoli

La costruzione delle Vele iniziò nel 1962 e furono inaugurate nel 1975. Come ha ricordato Corrado Ocone su Libero in quegli anni «maturava e si imponeva una cultura architettonica e urbanistica monopolizzata dalla sinistra, la cui “egemonia culturale” si consolidava anche attraverso, e forse soprattutto, l’azione di intellettuali non umanistici ma legati alle scienze pratiche». Secondo questa visione, il povero non si sarebbe emancipato da solo, ma grazie all’intervento dello «Stato potente e benevolo». Da questa concezione nacquero le Vele «esaltate come esempio di edilizia popolare modello, capolavori estetici, realizzazione pratica di un ideale di vita comune e solidale che avrebbe ricreato i legami sociali dei vicoli in un ambiente moderno e funzionale». Ed è proprio per il crollo di uno di quei ballatoi-pseudovicoli che hanno perso la vita tre persone e due bambine oggi si trovano in ospedale in gravi condizioni.

Le Vele di Scampia (Ansa)
Le Vele di Scampia (Ansa)

Dell’articolo di Saviano mi ha colpito il “non detto”. Chi sono i “politici napoletani” che non hanno fatto nulla per le Vele? Esse sono di proprietà del Comune, furono inaugurate dal sindaco comunista Maurizio Valenzi. Dopo di lui, per un decennio, a capo della città si alternarono otto sindaci democristiani e socialisti, ma poi dal 1993 ad oggi solo primi cittadini di sinistra: Antonio Bassolino (1993-2000), Riccardo Marone (2000-2001), Rosa Russo Jervolino (2001-2011), Luigi De Magistris (2011-2021), Gaetano Manfredi (dal 2021 ad oggi). Dunque, perché Saviano parla genericamente di politici o se la prende col governo quando avrebbe potuto benissimo fare nomi e cognomi – se proprio voleva “buttarla in politica” – di che è stato negli ultimi trent’anni il proprietario delle Vele? Forse è di questo che bisognerebbe parlare e anche di quel documento di cui hanno scritto ieri diversi giornali.  Nel dossier “Restart Scampia” del 2016 la pericolosità dei ballatoi era già stata segnalata. Tragica ironia della sorte: delle sette Vele, tre sono state già abbattute, altre lo saranno, ma la Vela Celeste – quella dove si è consumata la tragedia – doveva essere “rigenerata”.

Sono stato a Scampia nel 2007 e ho fatto un giro per le Vele in compagnia dell’allora parroco don Aniello Manganiello. Già allora la situazione di degrado era nota ed evidente. Ricordo le siringhe dei tossici sparpagliate ovunque, la munnezza lasciata per strada, le ragnatele di cavi elettrici scoperti che si intrecciavano tra un appartamento e l’altro. Qualcuno diceva persino che nelle culle dei neonati scorrazzassero i topi. Nel frattempo, nulla è cambiato e per rendersene conto basta rivedere la trasmissione Report del novembre 2023 (nel video qui sopra ne trovate un estratto).

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