«Il modo migliore per rinascere è partire da chi nasce»

Di Francesco Inguanti
17 Settembre 2024
Come una comunità ha dato vita a una scuola materna nel quartiere degradato Danisinni di Palermo. Un bell'esempio di sussidiarietà

L’apertura di una scuola materna per 20 bambini non è certamente una “notizia giornalistica” particolarmente importante. Nemmeno per Palermo ove, anche se si aprisse un asilo ogni giorno per 365 giorni consecutivamente, difficilmente si farebbe fronte al bisogno di strutture pubbliche educative per questa fascia di età.

Eppure, quanto accaduto alcuni giorni fa proprio a Palermo, nel quartiere Danisinni, merita di essere fatto conoscere, per almeno due ragioni, una buona e una cattiva.

Quella cattiva riguarda la storia di questo plesso scolastico. Ben 17 anni fa, a causa di una infiltrazione d’acqua all’ultimo piano e per motivi di stabilità sismica, fu chiuso. Da quel giorno la struttura è stata presa di mira da vandali che hanno portato via tutto (apparecchi sanitari, servizi per la cucina, suppellettili, ecc.). Da ultimo il plesso è diventato il ricovero di alcuni cavalli con annessa mangiatoia che non avevano trovato migliore accoglienza altrove. Il quartiere, circa un paio di migliaia di abitanti, era in totale abbandono. Anche la parrocchia, dedicata a Sant’Agnese, rischiò di essere chiusa. Fu l’impegno e la fede di uno sparuto gruppo di aderenti alla locale Confraternita che consentì per alcuni anni di celebrare la Messa e di svolgere un minimo di catechesi.

Una decina di anni fa le cose iniziarono a cambiare. Giunse in parrocchia il nuovo parroco, fra Mauro Billetta, francescano, il quale coinvolse i parrocchiani e gli abitanti del quartiere, valorizzandone le energie e la buona volontà al fine di renderli protagonisti di un possibile riscatto sociale, cui pochi credevano.

L’opera di fra Mauro

Ma cos’è Danisinni? Danisinni è uno dei tanti quartieri degradati di Palermo. Ha una particolarità: ha una sola via di accesso, perché si trova sotto il livello del mare, a causa dello sprofondamento del terreno dopo l’interramento di un fiume sottostante. Si trova a 500 metri in linea d’aria dai “palazzi del potere” quello dell’Assemblea regionale e quello del Governo e molto vicino alla Cattedrale. Molti sono costretti a passarvi vicino, pochi ne conoscono l’esistenza. Gli abitanti vivono in case basse, abbarbicate sul costone della montagna sempre in procinto di crollare e in grotte riadattate scavate nei secoli nella roccia. Anche per questo è inutile cercare tra i vicoli un negozio di generi alimentari, una farmacia, un bar o una bottega artigiana. Per ogni necessità gli abitanti devono uscire dal quartiere.

Fra Mauro Billetta ha iniziato dalla parrocchia garantendo, innanzitutto, le normali attività: catechesi, liturgia, carità e continua a svolgere ad oggi un prezioso lavoro di aggregazione e promozione umana. C’è pure un punto di distribuzione di farmaci e di beni alimentari ed un ambulatorio di quartiere. Le iniziative già in atto sono il Borgo Sociale, il Parcofattoria e il Cortile del Buon Samaritano. In esse si svolgono molteplici attività di carattere aggregativo e ludico, soprattutto per i bambini. Vi sono accolti alcuni animali da fattoria e un tendone da Circo, luogo per espressività artistiche e momenti di svago per tutti. Nel parco fattoria si coltivano ortaggi di stagione con l’impegno di alcuni volontari e di ex detenuti in reinserimento sociale.

Il progetto D.A.R.E.

L’iniziativa più significativa e recente si chiama D.A.R.E. che si avvale dei fondi dell’8×1000 della Cei ed è gestito dalla Comunità di Danisinni Ets. “D” sta per Danisinni; “A” sta per Arte, attraverso esperienze artistiche per rieducare alla cultura biblica del bello e del buono; “R” sta per Rigenerazione, attraverso interventi negli spazi urbani del territorio, promuovendo nuove possibilità di autodeterminazione delle persone, delle famiglie e della cornice locale; “E” sta per Eco-sostenibilità una esperienza di piccoli gesti quotidiani che rieducano all’uso critico delle risorse.

Il progetto mira a favorire la nascita di una start-up di persone in cerca di occupazione e/o provenienti dal circuito penale, con l’obiettivo di offrire un servizio integrato di manutenzione e abbellimento del verde, in cui è prevista la possibilità di fare delle istallazioni murarie in cartongesso, arricchite da composizioni realizzate attraverso stampanti in 3D, utilizzando le plastiche riciclate dai tappi di bottiglia, di sistemi di luci e suoni a basso consumo energetico o ancora attraverso l’ausilio di vernici speciali ecosostenibili ed ecocompatibili. È previsto anche un punto vendita dove offrire una consulenza per la progettazione, l’acquisto di un mezzo che possa offrire questo servizio in maniera itinerante, l’apertura di un sito internet.

Sussidiarietà non solo orizzontale

Ma torniamo alla scuola materna. Sono stati 17 anni di incuria, disinteresse, abbandono, innanzitutto delle istituzioni con la complicità della burocrazia, cui fra Mauro ha saputo contrappore caparbietà, indomabilità, coinvolgendo tanti palermitani che non abitano a Danisinni, ma con la voglia di costruire piuttosto che solo di protestare, sapendo far dialogare pubblico e privato, per dar vita ad un servizio pubblico in cui i privati siano protagonisti e custodi. Un concreto esempio del principio di sussidiarietà circolare, assai caro alla tradizione francescana. Un modello sociale in cui lo Stato, il mercato e la comunità si articolano in modo complementare e non asimmetrico o verticistico.

«Anche l’applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale non è sufficiente – spiega fra Mauro – perché, di fatto, riduce il Terzo settore a sostituto dell’amministrazione pubblica. La funzione di delega tutt’al più è una via emergenziale che non può diventare condizione permanente come, in realtà, accade per molteplici servizi nei nostri territori. Non è più tempo di fare del Terzo settore un esecutore delle “commissioni” fornite dall’ente pubblico». Di questo ha parlato quest’anno al Meeting di Rimini raccontando la storia della comunità di Danisinni e anticipando che, dopo poche settimane, si sarebbe concretizzato il sogno più importante e significativo degli abitanti del quartiere

Un luogo di cura e educazione

Piccolo ma significativo esempio di questo metodo è stata la decisione di affidare il progetto riguardante l’adeguamento strutturale dell’edificio alla normativa antisismica ad un patto di collaborazione pubblico-privato: nel 2021 è stato donato al Comune di Palermo dall’Ats “Pà Maternità Danisinni” che lo ha commissionato a valenti professionisti attraverso una campagna di fundraising alla quale hanno aderito la Fondazione con il Sud, Save the Children Italia, la Fondazione Peppino Vismara, la Fondazione Sicilia e la Fondazione Piano Terra.

L’inaugurazione lunedì scorso è stata la festa del quartiere e dei suoi abitanti. Certo non mancavano i rappresentanti delle istituzioni e della politica, per accaparrarsi ciascuno i propri meriti, ma fra tutti i presenti spiccavano molte mamme che spingevano le carrozzine con i loro piccoli. Quei bimbi da alcuni giorni hanno trovato nelle nuove e accoglienti aule un luogo di cura e educazione. Diciassette anni fa le mamme di oggi avrebbero dovuto frequentare quell’asilo. Oggi hanno la certezza che ciò che è stato loro negato, come a tanti altri bimbi, potrà essere concesso ai figli di oggi e a quelli di domani.

«Riaprire questo nido – ha dichiarato fra Mauro – significa riavere un presidio pubblico che rivolge attenzione ai più piccoli: a loro bisogna dare un diritto al futuro. In questi anni l’assenza di un nido ha creato una grave dispersione scolastica, di conseguenza il contrasto alla povertà educativa è stato indebolito. Adesso attendiamo che aumentino i posti disponibili e che si possa anche riaprire il consultorio, che c’era 17 anni fa, di cui si è perso perfino il ricordo».

In tutte le aule spicca un volantino con questo slogan: “Il modo migliore per Rinascere è partire da chi Nasce”. A Danisinni adesso partire da chi è già nato è una certezza, non un programma.

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