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Il merito della tregua tra Israele e Hamas è di Trump. E non lo dice solo lui

Di Rodolfo Casadei
18 Gennaio 2025
Sono stati il presidente eletto e il suo inviato in Medio Oriente Witkoff a mettere a terra un’intesa rimasta sospesa per mesi. Ha dovuto ammetterlo anche la stampa ostile al tycoon
Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump da una maxi affissione a Gerusalemme intima al premier israeliano “Bibi” Netanyahu di «mettere fine a questa guerra» a Gaza, 15 gennaio 2025 (foto Ansa)
Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump da una maxi affissione a Gerusalemme intima al premier israeliano “Bibi” Netanyahu di «mettere fine a questa guerra» a Gaza, 15 gennaio 2025 (foto Ansa)

Il merito decisivo per la tregua a Gaza e lo scambio di ostaggi e prigionieri fra Israele e Hamas va sicuramente al presidente eletto Donald Trump e al suo ufficioso inviato in Medio Oriente Steve Witkoff: lo ammettono gli insider della trattativa e i commentatori della stampa che pure non ha simpatizzato per il candidato repubblicano in occasione della campagna elettorale per le presidenziali americane del novembre scorso, dall’israeliano Haaretz al britannico Financial Times.

I termini dell’accordo sono quasi alla lettera quelli proposti dall’amministrazione Biden circa otto mesi fa, ma il “sì” delle parti (Israele e Hamas) arriva solo ora in conseguenza degli interventi muscolari e nello stesso tempo carichi di lusinghe di Trump e di Witkoff. Quest’ultimo ha finito per essere formalmente associato al team negoziale dell’amministrazione Biden, al cui vertice si trovavano l’inviato speciale per il Medio Oriente Brett McGurk e il segretario di Stato Antony Blinken, quando è apparso...

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