Il filosofo di Repubblica dubita di Dio ma sulle tasse neanche discute

Di Redazione
04 Luglio 2012
Oggi il quotidiano romano ci propone un'intervista di Antonio Gnoli al filosofo Manlio Sgalambro. "Preghiera del mattino special" per un articolo imperdibile

FILOSOFO FOBOSOFO. Cos’è che le dà fastidio di ciò che la circonda? «Che dire? Ciò che vedo intorno stimola in me pensieri d’odio. È sempre un “odio” per la realtà che ci trascina a pensare».

FILOSOFO NETTURBINO. Ci dia una definizione di filosofia. «Un eccesso mentale che si è trasformato in spazzatura».

NON FATEVI TROPPE PASSIONI. Il sentimento da solo non mi fa palpitare. Oggi le passioni sono cieche, non conducono più alla conoscenza.

SONO DIVENTATO CIECO. È mai stato innamorato? «Sì, ho ceduto a me stesso. E penso di aver concesso troppo».

IDEE DEL CAZZO. Trova, a volte, insopportabili e ripugnanti i suoi pensieri? «Pensare è la cosa più disgustosa che ci sia in un uomo. Come se avesse dei genitali mentali. In effetti, io non penso mai con gioia».

ECCESSO DI CANNABIS. La felicità sulle sue labbra suona come qualcosa di sarcastico. «Perché mai? Ho sparso la mia “cannabis” per ubriacare talmente l’altro affinché dimenticasse di morire».

DICESI ONANISMO. Quando penso non sono un civis e neppure un socius. Non devo rispondere a una società né a una politica. Rispondo ai miei soli averi: i pensieri.

L’UOMO È UN ANIMALE FISCALE. La società si ferma sulla soglia della mia stanza. Poi c’è l’uomo con le sue poche relazioni cui arriva la cartella delle tasse.

DAJE. La teologia è stata il vaccino per l’immortalità. «Forse il veleno».

ARIDAJE. Lei parla a lungo della figura teologo, senza il quale lei dice Dio non esisterebbe. La morte del primo ha portato anche alla morte del secondo? «La teologia non è affatto morta. Essa oggi si costruisce inaspettatamente sull’odio di Dio».

MISTERO DELLA FEDE. Le dispiace pagarle (le tasse, ndr)? «Mio padre diceva: “Manlio, le tasse non si discutono, si pagano”. Non riesco a stabilire se una tassa è giusta o ingiusta».

PER CERTE COSE BASTA IL SITO DI REPUBBLICA. Non ho Internet. Mi mondo dal peccato non guardando YouTube.

FORTUNATI QUEI POCHI. Com’è una sua giornata? Cosa fa, cosa legge, chi incontra? «Leggo pochissimo, ma per una questione di dignità. Per lo stesso motivo non incontro quasi nessuno».

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5 commenti

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  2. Mappo

    E’ l’identikit del lettore medio di Repubblica

    1. cap

      No, è l’identikit dell’egocentrico colto arrogante e presuntuoso, che è presuntuoso, egocentrico e arrogante nonostante la cultura che ha. Il “lettore medio di Repubblica” non esiste, esiste solo un lettore medio di quotidiani.

      1. Franco

        A Cap, colto con le mani nella marmellata…. Leggi Repubblica! Mannaggia a te. Lo so che è grave, ma c’è di peggio. Per esempio scriverci. Si diventa mentalmente ciechi.

        1. Cap

          Esatto: siccome sono redattore in una Casa editrice, leggo Repubblica e tutti gli altri maggiori quotidiani italiani. Per lavoro. Contrassegno gli articoli che reputo utili e li inserisco in un apposito database. Questa intervista a Sgalambro non mi è sembrata utile per niente.
          Ciascun giornale ha pregi e difetti, Repubblica non fa eccezione. Secondo me, chi la vede come il fumo negli occhi ha la coda di paglia. Parere personale, eh?

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