
Il cavallo di Taiwan
Qualche settimana fa Paolo Cumin e Paolo Desandré da Taiwan:
«A Taipei è finito da poco l’anno del serpente ed è iniziato quello del cavallo. Migliaia di persone si sono riversate per le strade per festeggiare l’evento. I negozianti, per propiziarsi gli spiriti perché tutto l’anno porti grandi proventi, hanno sparato in aria e per le strade rumorosi botti e fuochi d’artificio». Don Paolo Desandré e don Paolo Cumin, sacerdoti della Fraternità san Carlo da un anno in missione a Taiwan, la capitale dell’isola, sono andati a vedere cosa succedeva al tempio di Confucio e al tempio taoista.
«Una fiumana immensa di persone si accalcava per il consueto bai bai, preghiera propiziatoria con la quale si chiede aiuto agli dei: la dea che protegge le madri partorienti, la dea da invocare per l’educazione dei figli, il dio da invocare contro le malattie, ecc.
Una popolazione che, un po’ come pecore senza pastore, implorava aiuto. Per la gente non era un gesto di pura scaramanzia ma piuttosto la modalità consegnata loro dalla tradizione del posto per entrare in rapporto col Mistero. Non abbiamo potuto dir nulla ma abbiamo compreso una volta di più la responsabilità del nostro essere stati mandati lì».
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