
Il bambinone Trump, la scuola, Hadjadj. Lettere a Tempi

Donald Trump non concede a Joe Biden l’onore delle armi. L’ombra lunga della viscerale antipatia e il sospetto di irregolarità più o meno gravi sull’operato del suo avversario in campagna elettorale e nel conteggio dei voti rendono meno chiara una vittoria democratica che già ha perso smalto rispetto all’enfasi dei sondaggi. Non dico che a Trump ci eravamo abituati, ma il modo in cui ha saputo trattare con il leader della Corea del Nord sulla denuclearizzazione degli armamenti e il plenipotenziario della Cina Xi Jinping sulla guerra dei dazi hanno offerto al mondo l’immagine di un outsider meno pazzo di quanto i grandi giornali di tutto il mondo hanno sempre propalato ai quattro venti. Un presidente noto per la sua zazzera gialla e la moglie top model è destinato a suscitare forti invidie e antipatie. La sua forte opposizione alla deriva libertaria che i Clinton prima e gli Obama poi hanno sostenuto e finanziato in tutto il mondo sui cosiddetti diritti civili lo hanno promosso ad oscurantista e reazionario. Una sorta di male assoluto di cui vergognarsi e da cui liberarsi. Persino segreterie moralmente deputate ad emblema morale di tutto il mondo hanno preso le distanze da un personaggio tanto politicamente pericoloso quanto moralmente ingombrante. Contro di lui si è tentato l’impeachment per il presunto aiuto di Putin alla sua presidenza e fiumi di veleno i media americani gli hanno versato addosso per minarne la credibilità. Le Borse e le previsioni di Jp Morgan hanno appoggiato Joe Biden perché le sue strategie di investimento sono funzionali ad emergenze momentanee (sanità e energie rinnovabili) dimenticando che il rilancio della innovazione della tradizione industriale americana avrebbe prodotto molti più posti di lavoro e competitività con i colossi asiatici. Al di là di legittime e diversificate opzioni politico strategiche, Donald Trump ha rappresentato sul piano culturale un fenomeno di rottura. La nomina alla Corte Suprema americana di Amy Coney Barrett in sostituzione della defunta Ruth Bader Ginsburg è forse l’esempio più eclatante della sua forte determinazione a scegliere personalità moralmente e idealmente impegnate a battersi per la verità e la giustizia. E la fede cattolica della giudice Barrett, Trump non l’ha considerata un impedimento, ma un incentivo a scommettere su bene che la giustizia può ricavarne. Non dobbiamo oggi indorare la pillola a un perdente che non ha goduto di simpatie da parte dei media e dei poteri forti del mainstream, ma è doveroso riconoscere a un uomo che ha combattuto sino alla fine riconoscendo all’ultimo, con la ingenuità di un bambino: ho un grande difetto, quello di non essere capace di perdere.
Egisto Mercati
Caro Egisto, sulla perenne tentazione della sinistra di mostrificare l’avversario per non ammettere l’inconsistenza delle proprie ricette, abbiamo già scritto tanto. È una vecchia storia, confermata anche dai commenti che vediamo in questi giorni sui quotidiani italiani (tipo Massimo Giannini che scrive che questo «3 novembre è il 25 aprile d’America. È una festa di Liberazione»). Come ben dici tu, la nomina della Barrett è un segno di quale possa essere la vera eredità di Trump (vuoi mettere la Barrett con Kamala Harris?). La richiesta di riconteggio dei voti da parte di Trump – lo fece anche Al Gore – è un fatto legittimo ed è giusto che siano fatte le opportune verifiche, però lasciami sottolineare che il modo con cui Trump si sta comportando è davvero molto infantile.
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Caro direttore, anzitutto grazie per la petizione Non chiudiamo le scuole. Le scrivo per dirle l’importanza della scuola per la politica del Governo. Fonte Ministero della Giustizia: «Infine, di fondamentale importanza è stata la digitalizzazione e il potenziamento del lavoro da remoto, che ha visto dal mese di settembre la distribuzione di 16.900 computer portatili al fine di consentire al personale amministrativo degli uffici giudiziari in regime di smart working di accedere a distanza ai registri di cancelleria. Ciò ha portato ad una spesa aggiuntiva di circa 13,9 milioni di euro». Ora, raffronti questa citazione con quest’altra: «Dei 362 mila docenti oggi impegnati nella didattica a distanza, circa 75 mila – stima Tuttoscuola – sono precari con contratto a tempo determinato. Quasi tutti hanno conosciuto i loro alunni solo poche settimane fa, e avranno quindi una difficoltà in più. Dovranno inoltre operare utilizzando, se lavorano da casa, una dotazione tecnologica acquistata a proprie spese, visto che, a differenza dei colleghi di ruolo, non possono neanche fruire della Carta del docente per acquisti (il bonus di 500 euro all’anno riservato solo ai docenti con contratto a tempo indeterminato». Nota mia: gli insegnanti delle scuole paritarie ne sono esclusi per definizione, chissà perché?
Gianmario Gatti
Già, perché?
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Gentile direttore, la preoccupazione nei confronti di chi presenta orientamenti sessuali differenti, deve essere anche uno stimolo per tutti, cattolici compresi, a capire la profondità abissale della concezione cristiana della sessualità, e a non darla per scontata. Mi permetto di farla intuire riportando, sintetizzati, alcuni passaggi di una lezione tenuta da Fabrice Hadjadj ai suoi studenti dell’Istituto Philanthropos di Friburgo.
“Parlare della sessualità significa parlare dell’essenza della nostra natura, non di un argomento. È ben altra cosa rispetto alle differenza delle pratiche sessuali, tra le quali l’omosessualità, essa è appunto un’applicazione delle parti sessuali ma non è la sessualità. Il fulcro della sessualità è la differenza dei sessi, la loro polarità. Più c’è unione tra i due sessi più c’è distanza, più c’è differenza. Infatti la differenza uomo-donna genera anzitutto la differenza padre-madre, figli-genitori, poi quella tra fratello e sorella. Ma se non esiste la polarità dei sessi e le relative differenze, non esiste l’uomo. La differenza fonda totalmente la nostra essenza, la nostra conoscenza: la prima diversità che il bambino apprende è quella tra padre e madre. Per questo l’incesto (che letteralmente significa non castità) è vietato da sempre, perché nega la differenza. Edipo è il fratello dei suoi figli, è il marito di sua madre e dunque è rivale del padre.
“La sessualità è il luogo dell’apertura ad ogni altra differenza, è il fondamento per capire l’altro. In una frase: è la base del rapporto col mondo. La particolarità è che la differenza sessuale per un verso attira, per l’altro è una differenza feconda. Il massimo delle differenze che genera è un altro essere. Ma non solo! Paradossalmente, dice Hadjadj, la perfezione della sessualità è avere una suocera che diviene la nonna dei nostri figli”.
“Questo ‘oltre’, questa differenza che viene generata, ha a che fare con la massima differenza, la morte: il figlio che nasce, nasce comunque per la morte, e questo può anche accadere presto! Può darsi che Maria quando disse il sì dell’Annunciazione conoscesse la profezia del giusto sofferente. Quando si dice sì alla generazione dell’altro, c’è una angoscia profonda”.
Questi cenni di profondità permettono di capire lo snaturamento della sessualità che è avvenuta e sta avvenendo oggi, anche nella cultura cattolica, dalla riduzione a tecnica pura del piacere, al misticismo romantico dell’amore, al moralismo.
Innocenza Laguri
Grazie. Ne approfitto per segnalare che nel prossimo numero di Tempi vi sarà un’altra splendida lezione di Hadjadj sulla necessità di non interrompere la partita di pallone quando arriva l’Apocalisse (tu, Innocenza, sai di cosa parlo. Gli altri lettori lo scopriranno).
Foto Ansa
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