I veri uomini (e donne) dell’anno

Di Leoni Alberto
12 Gennaio 2006
OVVERO, L'AMERICA IGNORATA DALLA PROPAGANDA (E CHE STA VINCENDO LA QUARTA GUERRA MONDIALE)

“Hearts and minds”, le menti e i cuori: questo era l’obiettivo degli americani in Vietnam così come lo è oggi in Irak, guadagnare il consenso della popolazione. A guardare i risultati delle elezioni e la crescita delle forze di sicurezza, pare che “menti e cuori” iracheni siano indirizzati alla lotta contro il terrorismo. Ma il vero problema è l’Occidente ed è qui che la lotta della propaganda è più dura.
Si prenda il discorso di Bush del 18 dicembre e che, sui siti Ansa e Corriere della Sera, si concludeva con la citazione di una “filastrocca” natalizia: «Sento le campane di Natale, il Male perderà, il Bene vincerà, con pace in Terra agli uomini di buona volontà». E con questo si poteva essere sicuri che Bush si fosse bevuto il cervello. Il punto è che il discorso ufficiale, così come riportato dalla Bbc in video, suona così: «E ricordiamo le parole di un canto natalizio scritto durante la guerra civile: “Dio non è morto e neppure dorme. Il Male perderà, il Bene prevarrà, con pace in terra e buona volontà agli uomini”». Resta da verificare dove il traduttore abbia trovato le campane di Natale, sostituendole alla frase su Dio. Perché questa sfacciataggine? Perché si sta combattendo una guerra di propaganda, con la gioiosa compunzione di chi parte per una crociata diretta al centro benessere. Prendete i Green Day, che hanno composto “Wake me up when september ends” pensata per la morte del padre del frontman Billy Joe ma che, grazie al video girato in stile “Black Hawk Down”, sono diventati alfieri del pacifismo con la statuetta dell’Mtv. Un po’ come fece Picasso che intitolò una sua opera dedicata alla morte del torero Joselito “Guernica”, incassando un “gringo” di 300 mila pesetas.

L’America che combatte per gli altri
A pensarci bene, andare volontario in Irak e in Afghanistan è da fessi. Eppure uomini e donne dell’anno, Bono e Gates a parte, sono proprio costoro.
Per esempio il giornalista Matt Pottinger, corrispondente del Wall Street Journal che, sulle orme di Pat Tillman, il campione di football americano che abbandonò la carriera per andare a morire in Afghanistan, ha mollato block-notes e si è arruolato nei marines. O il sergente Jeremy Church, decorato con la Silver Star. O il colonnello James Coffman, un 51enne che non assomiglia a Harrison Ford, ma che è stato decorato con la Distinguished Service Cross alla presenza del ministro dell’Interno irakeno Bayan Jabr, per aver guidato, da istruttore delle forze speciali di polizia irachene, la resistenza dei suoi uomini assediati in un posto di polizia di Mosul. O il sottufficiale David J. Longstaff, un cuoco che a Baghdad si è distinto salvando la vita di cinque commilitoni. C’è da chiedersi poi perché Craig Kushnikruk abbia deciso, a 40 anni, di diventare capitano del Genio in Afghanistan, addetto alla ricostruzione e alla sicurezza dei lavoratori civili.
E vogliamo parlare di donne in prima linea?
Dopo che la stampa ha pubblicizzato infami aguzzine, il sergente Leigh Ann Hester, prima donna decorata con la Silver Star, è stata totalmente ignorata. 23 anni, sergente della Polizia Militare, Hester ha reagito a un’imboscata portando la propria squadra fuori dalla killing zone e cogliendo sul fianco gli attaccanti nei loro trinceramenti, sgominandoli completamente.

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