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I valori dell’italianità e l’impegno virtuoso nel mondo dell’arte promossi da Lavazza
Apre oggi presso il Guggenheim Museum di New York la mostra Italian Futurism, 1909–1944: Reconstructing the Universe, realizzata grazie al supporto dell’azienda leader del made in Italy, Lavazza. Francesca Lavazza, Direttore Corporate Image Lavazza Spa, risponde a tempi.it raccontando il virtuoso connubio dell’azienda con il prestigioso museo americano e il loro impegno a valorizzare e sostenere l’arte.
Il made in Italy di Lavazza riflette, in un certo senso, quel made in Italy che è stato il movimento Futurista, protagonista assoluto della mostra Italian Futurism, 1909–1944: Reconstructing the Universe, di prossima apertura al Guggenheim di NY. In entrambi i casi parliamo di eccellenze italiane. Come è nato il connubio con il Guggenheim e l’idea di sostenere quella che sarà la prima e più completa rassegna del movimento italiano negli Stati Uniti?
Per Lavazza la relazione con l’arte non è nuova, da molti anni esploriamo questo mondo, in particolare l’arte contemporanea: i calendari che da vent’anni realizziamo con i più grandi maestri della fotografia internazionale ne sono solo un esempio. La tensione verso il nuovo è una delle impronte più marcate della corrente futurista. Una tensione che più di ogni altra si incarna anche nel vissuto di Lavazza, una marca italiana, con radici molto profonde nel tessuto italiano, con una storia che ha sempre mixato passione e innovazione, tradizione e sperimentazione, cura del prodotto e sensibilità artistica. Una marca che è stata in grado di raccontare il piacere di un espresso italiano attraversando i paesaggi dell’arte della fotografia, del design.
Il progresso tecnico e scientifico, la passione per il nuovo, la corsa verso il futuro di cui parlavano i Futuristi circa 100 anni fa, sono oggi la nostra realtà. Oggi la tecnologia sempre più sofisticata ci permette di condividere istantaneamente tutto. Tutto viaggia più in fretta, tutto arriva più velocemente.
All’interno di questo universo che gira in maniera sempre più vorticosa, il caffè rappresenta una pausa, uno stop, un attimo di break. In tutte le lingue del mondo, un buon caffè, soprattutto un buon espresso italiano, incarna questo messaggio universale, nel tentativo di fermare il mondo per un momento, di regalarsi un piccolo piacere, per poi ripartire a tutta velocità. Attraverso il caffè abbiamo contribuito a promuovere nel mondo un aspetto dell’eccellenza italiana, e dal punto di vista del nostro sostegno alla cultura e all’arte italiane, non poteva mancare il nostro sostegno ad una così importante mostra dedicata al Movimento Futurista Italiano.
Il numero delle opere che saranno esposte nella grande retrospettiva newyorchese è sensazionale (360 opere per oltre 80 artisti). L’evento attrarrà senza dubbio non solo esperti d’arte e frequentatori di musei, ma anche un pubblico di massa. Quali sono le vostre stime, anche dal punto di vista di un ritorno di immagine di un’Italia protagonista sia del mondo artistico che di quello aziendale?
Nel corso degli anni l’impegno di Lavazza è sempre stato quello di difendere i valori dell’italianità, tracciando un percorso molto ricco che parla di artigianalità e di “saper fare” ma anche di ispirazione, di creatività, di visioni. Caratteristiche che oggi devono nutrire qualsiasi impresa industriale, che ha intenzione di parlare ad una platea universale.
La nostra identità di azienda campione del Made in Italy con una forte presenza internazionale si rispecchia nella nostra partecipazione a questa mostra: la più grande rassegna mai realizzata sul Futurismo italiano, organizzata da un partner d’eccezione come il Guggenheim, una vera istituzione nello scenario globale della cultura e dell’arte.
Come dimostrato dalle molte attività di business portate aventi negli ultimi anni, gli Stati Uniti sono oggi la seconda casa di Lavazza e lo saranno sempre più in futuro. Siamo certi che questo evento sia un passo avanti in questa direzione.
Quanto Lavazza destina annualmente per le sponsorizzazioni nel mondo dell’arte? C’è un genere artistico privilegiato? Ci sono già progetti futuri in lista?
Da anni Lavazza è attiva nel sostegno al mondo dell’arte e continuerà in quest’opera anche in futuro. Tra i generi artistici privilegiati c’è indubbiamente quello della fotografia, basti pensare che da 20 anni i grandi maestri della fotografia internazionale firmano i Calendari Lavazza, divenuti ormai un oggetto cult: Helmut Newton, Ellen von Unwerth, Ferdinando Scianna, Albert Watson, David LaChapelle, Jean-Baptiste Mondino, Annie Leibovitz, Eugenio Recuenco, sono solo alcuni dei grandi fotografi che hanno realizzato le immagini del calendario Lavazza, divenute anche celebri protagoniste di grandiose campagne di comunicazione nelle piazze più importanti del mondo.
Tra le iniziative che testimoniano il legame di Lavazza con il mondo della fotografia, si può certamente ricordare la sponsorizzazione del Magnum Contact Sheets nel novembre 2010, una mostra collettiva unica nel suo genere e di altissimo spessore culturale, che ha riunito i grandi scatti dei fotografi dell’Agenzia Magnum, scatti che hanno fermato in immagine alcuni dei momenti e accadimenti più importanti dell’ultimo secolo.
Inoltre Lavazza è sponsor sin dalla sua prima edizione del Mia-Milan Image Art che si già ritagliato uno spazio importante tra i principali appuntamenti internazionali del settore.
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