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I tormentati nudi di Fausto Pirandello

Di Mariapia Bruno
07 Ottobre 2011
I nudi prorompenti, affannati e tormentati del figlio del grande drammaturgo Luigi Pirandello invadono Palazzo Grimani, a Venezia. Fausto Pirandello disegna un suggestivo percorso dove i corpi invadenti lasciano trasparire una psiche tormentata

Figlio del grande scrittore Luigi Pirandello, Fausto (1899-1975) trionfa con i suoi nudi al Palazzo Grimani di Venezia che gli dedica – fino al 27 novembre 2011 – la mostra intitolata “Fausto Pirandello. I nudi”. Il giovane Pirandello, prima di dedicarsi interamente alla pittura, che egli stesso definisce come «la felicità mia di dipingere, o il piacere solitario provocato a tratti» e spronato dal padre a studiare scultura, frequenta un corso di disegno presso Sigismondo Lipinky, per poi scoprire che la creta gli irrita i polmoni. Iscrittosi dunque all’Accademia di nudo rimane affascinato dalle «incredibili libertà estetiche di uomini come Van Gogh, Gaugin fino al giovane Kokoschka». Completa la sua formazione accademica presso Felice Carena ad Anticoli Corrado, un borgo famoso per essere il paese degli artisti e delle modelle, una delle quali, Pompilia D’Aprile, diventerà sua moglie e partecipa nel 1926 alla sua prima Biennale di Venezia. Si trasferisce poi per due anni a Parigi dove si lascia suggestionare dall’arte di Cezanne, Picasso, Braque e Matisse. Dopo la Seconda Guerra Mondiale partecipa alla Quadriennale di Roma e di nuovo alla Biennale di Venezia. In quegli stessi anni conosce Lionello Venturi che nel 1954 pubblica un saggio fondamentale dedicato alla pittura di Pirandello che ne consolida la fama.

Ma il fil rouge di tutta la produzione di Fausto e il tema portante dell’attuale esposizione è il nudo del corpo femminile. Corpi “spogliati”, prorompenti, affannati, dalle cui forme traspare il peso tormentato della loro psiche, invadono le tele con pose più o meno distorte o scomposte. Il colore è steso con pennellate pastose e corpose, la superficie è materica. Tante sono le assonanze con il pittore da poco scomparso Lucien Freud a cui sarebbe piaciuto molto il Nudo su fondo bianco del 1928, con quella coscia formosa che risalta immediatamente all’occhio. In mostra anche dei pastelli inediti che lo stesso Fausto definisce come «un estemporaneo battito d’ala di farfalla» ed alcune fotografie che mettono a confronto le opere di Pirandello con quelle di Lucian Freud sublimando un ideale parallelismo pittorico tra il figlio di Luigi Pirandello, drammaturgo legato ai disturbi della personalità, e il nipote di Sigmund Freud, padre della psicanalisi e interprete per eccellenza dei turbamenti dell’animo umano.

 

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