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I destini incrociati di Meloni e von der Leyen

Di Emanuele Boffi
03 Luglio 2024
La partita per la nomina della Commissaria è aperta e l'esito del voto francese rimischierà le carte. Fare a meno dell'Italia e della nostra premier è controproducente
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al G7, Borgo Egnazia, 15 giugno 2024 (Ansa)
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al G7, Borgo Egnazia, 15 giugno 2024 (Ansa)

Fino al 18 luglio i giochi sono ancora aperti. In quella data si voterà a Strasburgo il nuovo commissario europeo e Ursula von der Leyen cerca la riconferma, dopo il placet del Consiglio Europeo alla sua nomina. Conferma tutt'altro che scontata perché alto è il rischio di franchi tiratori, nonostante la politica tedesca, sulla carta, possa contare sul sostegno di popolari, socialdemocratici e liberali che oggi vantano 399 seggi, cioè 38 in più della soglia minima. Un margine, nei fatti, molto risicato e, da qui al 18 luglio, molte cose possono accadere (voto francese in primis).
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Il tema su cui si dibatte è se per la nuova elezione del commissario popolari, socialisti e liberali debbano allargare la base del consenso verso la sinistra ecologista (verdi) o verso i conservatori di Giorgia Meloni. Qui sta il busillis con una serie di veti che ha portato, per ora, ad una impasse. I socialisti e i li...

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