Ho dato a papa Francesco il numero di cellulare. Stasera telefonerà alla Macerata Loreto

Di Redazione
08 Giugno 2013
Monsignor Vecerrica: "Il Pontefice si collegherà coi pellegrini. I giovani hanno bisogno di essere accompagnati nell'esperienza cristiana"

Papa Francesco si collegherà telefonicamente questa sera con i pellegrini della Macerata Loreto. Lo ha detto il vescovo di Fabriano-Matelica, monsignor Giancarlo Vecerrica (qui l’intervista a tempi.it), a Radio Vaticana. “Papa Francesco – ha spiegato il vescovo – ha aderito a una richiesta che io ho fatto mercoledì scorso, quando ho acceso la fiaccola del pellegrinaggio, la fiaccola della pace in piazza San Pietro. Gli ho dato il mio cellulare chiedendo che il Papa ci potesse fare la grazia di un saluto, un messaggio, per telefono che io potrò trasmettere a tutti”.

DOMANDA BRUCIANTE. Raccontando del pellegrinaggio a piedi, monsignor Vecerrica ha detto che il tema di quest’anno è “Che cosa può davvero saziare il desiderio dell’uomo?”, “una domanda di Benedetto XVI in un discorso sull’Anno della Fede, perché vogliamo vivere questa esperienza. La domanda tocca tutti, credenti e non credenti, perché tocca il cuore, cioè il desiderio profondo dell’essere umano. Questa domanda bruciante sul senso della vita c’è in tutti. Poi, noi faremo in modo di offrire le possibili risposte che vengono dall’incontro con Gesù. Abbiamo il Magistero luminoso, straordinario, entusiasmante, di papa Francesco che darà risposte veramente belle, come lui ha dato ultimamente, all’incontro dei movimenti ecclesiali dicendo: l’importante è Gesù, è lasciarsi guidare da Lui, perché con Lui non c’è problema”.

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ESPERIENZA DI UN INCONTRO. Il pellegrinaggio vede la partecipazione di moltissimi giovani e Vecerrica ha raccontato un episodio risalente al 2004: “Un parroco di Fermo mi ha detto: io ho visto al pellegrinaggio giovani sbandati che non sono venuti mai in parrocchia e che frequentano un bar davanti alla Chiesa. Allora ho detto: vai a chiedere perché. Lui è andato e dopo un silenzio imbarazzante, uno ha dato questa risposta: perché lì ci sentiamo coinvolti. I giovani hanno bisogno di essere presi per il cuore, per questa domanda: che cosa può saziare veramente il cuore dell’uomo? Quindi, fare in modo che l’esperienza cristiana non sia un discorso ma sia un incontro, sia una vera esperienza. Allora, una notte che si vive insieme, che si canta, si prega, si raccontano testimonianze, è una notte in cui tutti si sentono coinvolti con i gesti, con i canti, con le azioni che si compiono. I giovani hanno bisogno di essere accompagnati all’esperienza cristiana”.

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