La calma con la quale Mykola Bielieskov, analista del NISS (National Institute for strategic studies dell'Ucraina) ed esperto di sistemi militari, accetta di rispondere alle nostre domande è invidiabile. Quando gli chiediamo cosa ne pensa del discorso con il quale Putin ha riconosciuto le due autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, risponde facendo un quadro chiaro della situazione: «I toni di quell’intervento sono stati netti, a un certo punto sembrava come se stesse per dire ‘“Ecco perché ho preso la decisione di iniziare un’operazione a largo raggio”. In generale, il 99 per cento del discorso di Putin si è basato su due aspetti. Il primo: denunciare il fallimento dello Stato ucraino. Il secondo: inquadrare l’Ucraina come una minaccia esistenziale alla dimensione militare della Russia. La sensazione, soprattutto nella seconda parte del suo intervento, è che sta per iniziare formalmente le ostilità».
Quello che si chiedono molti, qui in Occidente, è fin ...
Contenuto riservato agli abbonati: abbonati per accedere.
Già abbonato? Accedi con le tue credenziali: