
Grano Ucraina. Passaggio aperto per otto navi, ma non basta

Dopo mesi di stallo, le prime otto navi straniere sono giunte nei porti ucraini per caricare il grano e portarlo fuori dal paese. Come si sa, il blocco dei prodotti agricoli, così come l’energia, sono i due “effetti collaterali” più importanti e preoccupanti dopo l’invasione russa. Ormai da mesi la questione si è imposta nelle agende di tutti i leader mondiali, in particolare quelli del Terzo Mondo che sul grano ucraino fanno grande affidamento.
Il passaggio delle otto navi – reso possibile dalla riconquista dell’Isola dei Serpenti da parte ucraina – è dunque una buona notizia, ma solo a metà. La Marina ucraina ha infatti comunicato che provvederà a trasportare il cibo attraverso l’estuario del fiume Danubio, ma si tratta di una soluzione tampone. Infatti ad attendere di poter prelevare e far uscire il grano ci sono 160 navi parcheggiate nel Mar Nero, cariche di almeno 35 milioni di tonnellate di cereali.
Gli ucraini non si fidano dei russi
L’operazione è lunga e macchinosa e non sufficiente rispetto alla richiesta. Ma, al momento, è l’unica possibile. La soluzione migliore sarebbe passare dal porto di Odessa che, ad oggi, è impraticabile a causa delle mine piazzate dagli ucraini per impedire ai russi di avvicinarsi.
Tutti i tentativi di mediazione finora messi in atto – in particolare dalla Turchia – sono falliti o hanno portato solo a piccoli progressi. Gli ucraini non si fidano delle rassicurazioni russe e così il grano raccolto rischia di marcire nei silos nei porti.
Una parte di questo è stato trasportato via terra con camion e treni fino alla Romania. Anche in questo caso, si tratta di un’operazione che riesce a smuovere solo piccole quantità rispetto alle richieste.
Foto Ansa
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