Grande avvio della lirica

Di Giuseppe Pennisi
16 Gennaio 2017
In questo mese di gennaio, i teatri lirici stanno mostrando la loro vitalità

Vahdat concert hall, Teheran

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In questo mese di gennaio, i teatri lirici stanno mostrando la loro vitalità. Quattro prima in pochi giorni: il 20 gennaio: Tannhauser di Richard Wagner alla Fenice di Venezia, diretto da Omar Meir Wellber, regia di Calixto Bieito, Il Ratto dal Serraglio di Wolfgang Amadeus Mozart al Comunale di Bologna, diretto da Nicolaj Znaider, regia di Marin Kušej, Faust di Charles Gounod all’Opera di Firenze, diretto da Juraj Valčuha, regia di David McVicar, Falstaff di Giuseppe Verdi al Carlo Felice di Genova, diretto da Andrea Battistoni, regia di Luca Ronconi.

Grandi produzioni che in questo primo mese dell’anno sono precedute l’11 gennaio da I Pagliacci di Ruggero Leoncavallo al Teatro Regio di Torino, direttore Nicola Luisotti, regia di Gabriele Lavia , il 13 gennaio da Il Flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart al Verdi di Trieste, direttore Pedro Halffter Caro con la regia di Valentina Carrasco, il 18 gennaio da Così fan tutte all’Opera di Roma diretto da Speranza Cappucci, con la regia di Graham Vick e nella stessa data Rigoletto al Teatro San Carlo di Napoli, direttore Nello Santi, regia di Giancarlo Cobelli.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Questo gennaio sarà poi completato il 21 da Macbeth a Palermo il giorno seguente da I Pagliacci al Teatro Filarmonico di Verona, direttore Valerio Galli, regia di Franco Zeffirelli, mentre il Petruzzelli di Bari il 27 gennaio apre la stagione con La gazza ladra di Gioachino Rossini, direttore George Petrou, regia di Damiano Michieletto e il Lirico di Cagliari nel mese di gennaio prepara l’inaugurazione del 3 febbraio con La bella addormentata nel bosco di Ottorino Respighi, direttore Donato Renzetti, regia di Leo Muscato.

Meno nota ma probabilmente più significativa è l’attività concertistica che in queste settimane sta svolgendo la Emilia Romagna Concert una piccolo ONLUS con base a Ravenna, dove è sostenuta dalla diocesi.

Per la prima volta, dopo molti decenni, il 19 gennaio un direttore d’orchestra, il Maestro Paolo Olmi, dirigerà una sinfonica occidentale in Iran, nella più prestigiosa sala di concerti di Teheran, la Vahdat Concert Hall. La straordinaria impresa è stata propiziata dall’Ambasciata d’Italia in Iran e dall’Istituto Iraniano di Cultura in Italia, che sono riusciti ad ottenere un invito della Roudaki Foundation per eseguire il Concerto finale del Festival Internazionale Fajr, la più importante rassegna musicale in Iran. Per l’occasione il Maestro Olmi dirigerà la Quinta Sinfonia di Beethoven con una Orchestra di 90 elementi, composta dall’Orchestra del Festival Pucciniano di Torre del Lago, integrata da alcuni musicisti della Young Musicians European Orchestra e dall’Orchestra Sinfonica di Teheran. Nel 2014 c’era stata un’importante affermazione pubblica dell’Ayatollah Khamenei, il quale aveva sottolineato alcune caratteristiche fondamentali della musica classica occidentale giudicate costruttive e etico. Da quel momento l’interesse nazionale per la musica classica è notevolmente aumentato e ci sono stati anche importanti momenti didattico-formativi che hanno coinvolto studenti di musica italiani e iraniani.

Tra i melomani iraniani c’è molta attesa per questo evento e si prospetta già la necessità di repliche o anteprime del concerto a prove aperte per soddisfare tutto il pubblico interessato, visto che da molti giorni si registra il “tutto esaurito”.
Si tratta in effetti di un evento “storico” soprattutto per l’Italia, dal momento che la Fondazione Festival Puccini è una delle istituzioni musicali più significative del nostro Paese; ha al suo attivo numerose tournée in tutto il mondo e si appresta nel mese di marzo a partire per il Nicaragua. È riuscita a battere sul tempo persino la Filarmonica di Berlino, che un anno fa la Cancelliera Merkel ha inutilmente tentato di inviare in Iran. Giustificata quindi la soddisfazione di Alberto Veronesi, Presidente del Festival Puccini, il quale parteciperà alla trasferta in Iran e cercherà anche in questa occasione di promuovere la figura e l’attività di Giacomo Puccini.

Ormai da decenni il Maestro Paolo Olmi svolge un’instancabile azione di ambasciatore della Musica in tutto il mondo, con una passione particolare per i popoli e le Nazioni più lontane. È stato nel 1998 il primo direttore d’orchestra italiano invitato in Cina, dove 10 anni dopo ha inaugurato il nuovo Teatro di Shanghai con una Aida del Maggio Musicale Fiorentino.
Nel 2004 ha diretto la prima opera italiana in India (una Traviata del San Carlo di Napoli a Nuova Delhi e Bombay) e nel 2010 un Barbiere di Siviglia nella tormentata Beirut, con le scene dell’Opera di Roma trasportate dalla Marina Militare Italiana.
Ancora citiamo il primo concerto di un’orchestra Italiana a Cuba, 6 mesi prima della storica visita di Giovanni Paolo II; un Concerto del nuovo anno, nel 2000, in caserma per le truppe Italiane in Kosovo, le molte esibizioni in Oman, mentre a Samara, nella lontana Siberia, è rimasto memorabile un suo concerto con l’Orchestra di Praga e un cast stellare che includeva star della lirica come Barbara Frittoli, Giuseppe Sabbatini, Paata Burchuladze e Olga Borodina.
Nel dicembre scorso, con la sua Young Musicians European Orchestra ha diretto i concerti di Natale al Quirinale, a Matera Capitale della Cultura 2019, a Rieti per i bambini terremotati, a Betlemme e Gerusalemme, mettendo insieme giovani musicisti di tutto il mondo, alcuni dei quali si esibiranno a Teheran.

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