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Sulla Nuova bussola quotidiana Ruben Razzante scrive: «Il reato di abuso d’ufficio, nella sua formulazione più recente, puniva il pubblico ufficiale che, nell’esercizio delle proprie funzioni, violasse norme di legge o di regolamento per arrecare un danno ingiusto a terzi o procurarsi un indebito vantaggio patrimoniale. La sua funzione dichiarata era quella di difendere l’imparzialità e la legalità della pubblica amministrazione. Nella pratica, tuttavia, era diventato uno strumento che troppo spesso veniva utilizzato in modo generico e preventivo, in assenza di reati più concreti, come leva per aprire indagini che, pur non portando a sentenze di condanna, bastavano a intimidire sindaci, dirigenti, assessori e funzionari pubblici. In questo senso, l’abrogazione dell’art. 323 c.p. non è semplicemente un atto tecnico, ma un cambiamento di paradigma: la fine di un’epoca fondata sulla cultura del sospetto, su una giustizia percepita come strumento di pressione anziché di garanzia. Non è un ...
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