I soliti falsi miti dietro al progetto tedesco di legalizzare la cannabis
Ieri il governo tedesco ha presentato un piano per legalizzare la cannabis, mossa che lo renderebbe uno dei primi paesi in Europa a rendere legale l’erba. Secondo la proposta avanzata dal ministro della Salute Karl Lauterbach, l’intento è quello di regolamentare la distribuzione controllata e il consumo di cannabis per scopi ricreativi tra adulti.
La road map tedesca per legalizzare la cannabis
È un passo ulteriore dopo quello dello scorso anno, quando l’esecutivo di Olaf Scholz ha raggiunto un accordo per introdurre una legge per consentire la distribuzione controllata di cannabis in negozi autorizzati. Il piano presentato da Lauterbach renderebbe la Germania il secondo paese dell’Unione Europea a legalizzare la cannabis dopo Malta, dando con tutta probabilità il via a un effetto domino negli altri paesi europei in cui al momento la cannabis è legalizzata soltanto per scopi medicinali limitati, o in cui al massimo ne è stato depenalizzato l’uso.
La road map del governo socialista tedesco è quella già vista in diverse proposte di legalizzazione presentate già altrove, con il limite di essere motivata dal solito ritornello di “conseguenze positive” che tale decisione avrebbe: la lotta al mercato nero, la difesa della salute dei giovani, un aumento degli introiti per le casse dello stato attraverso le tasse, creazione di posti di lavoro. Scrive Reuters:
«Il governo prevede inoltre di introdurre una tassa speciale sui consumi, oltre a sviluppare attività di educazione e prevenzione relative alla cannabis. Legalizzare la cannabis potrebbe portare alla Germania entrate fiscali annuali e risparmi sui costi di circa 4,7 miliardi di euro e creare 27.000 nuovi posti di lavoro, secondo un sondaggio dell’anno scorso. Circa 4 milioni di persone hanno consumato cannabis in Germania l’anno scorso, il 25 per cento delle quali aveva un’età compresa tra 18 e 24 anni, ha detto Lauterbach, aggiungendo che la legalizzazione eliminerebbe il mercato nero della cannabis».
Critiche da farmacisti e ministro della Salute bavarese
La Germania presenterà il documento alla Commissione europea per la pre-valutazione e redigerà una legge solo dopo che la Commissione avrà dato il via libera. La decisione ha però già suscitato diverse reazioni, non tutte favorevoli, anzi. L’associazione dei farmacisti tedeschi ha denunciato i rischi per la salute che comporterebbe la legalizzazione della cannabis, e il fatto che la concorrenza con fornitori puramente commerciali metterebbe le farmacie «in conflitto medico».
Critiche anche dal ministro della Salute bavarese, che ha sottolineato il pericolo che così la Germania diventi una destinazione del turismo della droga in Europa. «Il consumo di cannabis comporta rischi sanitari e sociali significativi e talvolta irreversibili», ha detto, «qualsiasi forma di banalizzazione è completamente irresponsabile». Naturalmente a favore della misura i Verdi, per i quali il commercio legale proteggerà meglio i giovani e la salute, «perché condizioni troppo restrittive per il mercato legale promuovono solo il mercato nero di cannabis particolarmente forte».
I falsi miti a sostengno della legalizzazione della cannabis
Come detto, le ragioni a sostegno della legalizzazione della cannabis non sono nuove, anzi, e nonostante vengano ripetute in continuazione questo non le rende più vere. Come aveva spiegato a Tempi qualche tempo fa Giovanni Serpelloni, medico specialista in neuroscienze delle dipendenze, già capo del dipartimento Politiche antidroga di Palazzo Chigi, che «qui si tratta di guadagno. Soldi, tanti, quelli delle multinazionali che ovunque sia stata depenalizzata e legalizzata vedono solo business, il green gold».
Falso anche l’assunto per cui legalizzare l’erba vuol dire colpire il mercato nero: «Prove scientifiche, statistiche, ed esperienze inequivocabili […] ci dicono che non è vero. Innanzitutto, sappiamo dai dati che i maggiori utilizzatori di cannabis sono i minorenni[…]. La cannabis poi rappresenta una parte quasi insignificante degli affari delle mafie, che fanno i grossi guadagni con le droghe pesanti», e con droghe leggere che hanno livelli di thc molto più alti di quelle legali, livelli a cui lo stato non può competere.
Falso anche dire che renderla legale sarebbe un modo per tutelare la salute dei giovani, spiegava Serpelloni che «oltre il 95 per cento delle persone che in Italia sono in terapia per eroina e cocaina nei SerD hanno cominciato con la cannabis». In sintesi esiste una «quota di popolazione giovanile che ha, per svariate motivazioni legate alla loro genetica, al contesto sociale e familiare in cui vivono, una vulnerabilità ed una attrattiva verso l’uso di sostanze stupefacenti aumentata, per cui diventano escalator e cercano altre sostanze dopo aver provato la cannabis come droga di entrata. Questa è la popolazione da proteggere. Se tu legalizzi la cannabis non solo non li proteggi, ma allarghi la platea dei potenziali utilizzatori e quindi dei vulnerabili che possono iniziare a usare droghe più psicoattive».
Legalizzare la cannabis è una priorità in Europa?
Il discorso è rischioso e complesso, tonnellate di dati contrastanti dicono che la legalizzazione porta quasi sempre a un aumento di consumatori di droga e non ferma mafie e mercato nero. «È davvero una priorità in Italia e in Europa?», si chiedeva ancora Serpelloni. «O ci sono altre priorità come il lavoro, la scuole, l’economia, la prevenzione del Covid? E siamo sicuri che diffondere droga possa aiutare l’economia e la salute pubblica già seriamente minacciata? Quanto ci costa la popolazione vulnerabile che diventa dipendente? Chi si arricchisce, lo stato o i privati?». La speranza è che qualcuno in Germania si faccia queste domande prima di diventare un “modello da seguire” in tutta Europa.
Foto Ansa
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