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Gatti, cavalli e furetti. L’ossessione animale della New York di De Blasio

Il sindaco animalista incoraggia la polizia a perseguire chi maltratta gli animali e vuole vietare le carrozze a Central Park. Il risultato? Un ragazzo finisce in galera e i cavalli rischiano di essere abbattuti

Francesco Amicone
02/10/2014 - 13:00
Società
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Nella New York sempre più animalista di Bill De Blasio si può finire in manette per aver dato un calcio a un gatto: è capitato a un ventiduenne di colore di Brooklyn, Andre Robinson, arrestato dalla polizia per crudeltà nei confronti di un randagio. Su Robinson pende l’accusa di “maltrattamenti e crudeltà”. Il ragazzo aveva pubblicato su Facebook un video che lo ritrae mentre colpisce un felino fra le zampe posteriori, facendolo volare per qualche metro. Nonostante King (così si chiama il gatto) sia rimasto illeso, le associazioni animaliste che hanno denunciato l’episodio insistono perché Robinson riceva una pena esemplare. Nella pagina Facebook “Justice for King”, esprimono chiaramente (foto sotto) il loro pensiero.

gatto-king

SQUADRA SPECIALE. Anche il New York Times ha espresso delle riserve sull’ultimo caso di maltrattamenti animali finito al vaglio dell’Animal Cruelty Investigation Squad: «Fosse stata una persona, a essere presa a calci – osserva il quotidiano liberal – a Robinson sarebbe stato offerta rapidamente l’opportunità di patteggiare una pena che non prevede il carcere». Purtroppo per lui non è andata così e né il giudice né la procura gli hanno offerto una via d’uscita. Il procuratore distrettuale di Brooklyn, Ken Thompson – democratico come De Blasio – anzi, si è affrettato a dichiarare che intende «prendere molto sul serio questi casi», procedendo con «determinazione contro le persone che pensano di poter abusare sugli animali».
Non deve sorprendere la fermezza di Thompson: dall’avvento del sindaco italo-americano, l’opinione delle lobby animaliste (le stesse che hanno finanziato la campagna elettorale del sindaco) è tenuta in gran conto nella Grande Mela. I casi di maltrattamenti perseguiti dalla polizia dell’era De Blasio sono aumentati del 250 per cento e l’amministrazione ha dato il via a numerose leggi animaliste che fanno discutere i cittadini: dall’abolizione delle carrozze a cavalli di Central Park, alla legalizzazione dei furetti, allo stop all’abbattimento di oche selvatiche nei pressi degli aeroporti.

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FURETTI LEGALIZZATI. Da maggio, è allo studio dello staff di De Blasio un provvedimento che legalizza i furetti. Sarebbe l’ultima rottura di De Blasio rispetto alle politiche “anti-furetto” dei suoi predecessori repubblicani, che li esclusero dalla lista degli animali domestici della città. «I dati dimostrano che non mordono più frequentemente o in modo più grave di altri animali della stessa dimensione», spiegarono i funzionari dell’amministrazione De Blasio, all’indomani della presentazione della bozza di legge. I parenti della puzzola europea, dal 1999 sono esclusi dal novero degli animali da compagnia di New York, a causa di una delle più controverse leggi dell’amministrazione Giuliani.

BASTA CARROZZE A CAVALLI. Uno dei punti più discussi dell’agenda politica di De Blasio è l’abolizione dei cavalli da tiro a Central Park. Il provvedimento, fortemente voluto dalle associazioni animaliste, causerebbe non pochi problemi alle centinaia di cocchieri occupati a tempo pieno a scarrozzare i turisti per le vie del centro. In difesa dei conducenti di calesse si era fatto sentire l’attore Liam Neeson, che in primavera aveva accusato De Blasio di alimentare «un conflitto di classe» tra i cocchieri (quasi tutti immigrati) e le lobby degli animalisti «finanziate dalle società immobiliari, il cui obiettivo è costruire grattacieli negli spazi del West Side attualmente occupati dalle stalle».
Contro il provvedimento si è fatto sentire l’altro giorno anche il sindacato dei veterinari. Dopo aver verificato le condizioni degli equini newyorkesi, i veterinari hanno constatato che i cavalli «sono sani, felici, ben nutriti e curati. Il portavoce del sindacato ha anche spiegato cosa accadrebbe ai cavalli disoccupati: «L’ipotesi ingenua che da qualche parte c’è un pascolo dove andranno in pensione è una bugia. Molto probabilmente saranno abbattuti».

charlotte-marmottaLA MORTE DI CHARLOTTE. Nonostante De Blasio, i cavalli di Manhattan sono ancora sani e salvi. Lo stesso non si può dire di Charlotte, la sfortunata marmotta che secondo il New York Post sarebbe stata involontariamente uccisa dal sindaco animalista. Il quotidiano conservatore ha rivelato settimana scorsa che il roditore, sfuggito all’abbraccio del sindaco a febbraio, durante una cerimonia allo Zoo di Staten Island, è stata trovata morta nel suo recinto, la settimana seguente. Una necropsia ha rivelato che la causa della morte è dovuta a lesioni compatibili con il trauma di una caduta.
De Blasio ha lasciato che alle accuse di “marmotticidio colposo” rispondesse Mattew J. Titone, rappresentante democratico di Staten Island nell’assemblea statale di New York. Titone ha scagionato il sindaco dichiarando che Charlotte è morta di vecchiaia e che ora si trova «nella grande fattoria del cielo». Un posto migliore, dove, secondo i veterinari di New York, c’è un grande prato verde che attende anche i cavalli da tiro di Central Park.

Tags: animalistibill de blasiocavallicharlottefurettigattoKing
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