Anche il nuovo ministro dell’Educazione nazionale in Francia, Benoit Hamon, è affezionato come il vecchio, Vincent Peillon, all’ideologia di genere. La prova è arrivata in questi giorni, quando si è scoperto che l’11 aprile scorso ha inviato una e-mail (foto a fianco) a tutti i presidi delle scuole secondarie sponsorizzando le iniziative di Ligne Azur.
«QUINTO ANNO CONSECUTIVO». «Per il quinto anno consecutivo – scrive Hamon – il ministero lancia la campagna di promozione del dispositivo “Ligne Azur” (…) che propone a tutte le persone di interrogarsi sulla sua identità o sul suo orientamento sessuale». L’obiettivo è quello di «prevenire l’omofobia a scuola, le cui conseguenze possono essere pesanti per gli studenti», ma attraverso questo tentativo il governo mira a imporre l’ideologia di genere a scuola. Il ministro invita infine tutti i presidi a «prestare grande attenzione a questa campagna».
«SONO UOMO O DONNA?». La campagna di Ligne Azur, che quest’anno ha come titolo “Uomo o donna? Omosessuale, bisessuale o etero?”, per il ministro dovrà essere sponsorizzata affiggendo nella scuola due manifesti dell’iniziativa, distribuendo i volantini e organizzando incontri sia per i professori che per gli studenti. La campagna di Ligne Azur ha come scopo di far parlare gli studenti non solo del proprio orientamento sessuale, ma anche della propria identità: «Sono un uomo o una donna?».
ABCD DELL’UGUAGLIANZA. Il ricorso a Ligne Azur è stato confermato all’interno del programma “ABCD dell’uguaglianza”, attualmente in via di sperimentazione in 600 classi di 275 scuole, ma che dovrebbe poi essere esteso a tutte le scuole l’anno prossimo, e che ha come obiettivo di «educare alla cultura dell’uguaglianza fra i sessi» fin dall’età di sei anni per «eliminare pregiudizi e stereotipi che possono essere alla base di discriminazioni».
In questi corsi è previsto l’insegnamento «dell’identità di genere» e l’allarme suscitato nelle famiglie francesi ha portato alla nascita delle “Giornate di ritiro dalla scuola“. Alla prima Giornata in febbraio sono rimasti a casa 17.924 alunni, durante la seconda in marzo 31.458. Ma il governo francese non sembra aver recepito il messaggio.