Forse non tutti sanno che alla mafia piace l’Emilia
Secondo il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso «la criminalità organizzata è sempre più legata alla corruzione». E una delle regioni italiane predilette dalle mafie per i reati legati all’economia è diventata – udite udite – l’Emilia Romagna: in questa terra si dissimulano meglio i capitali illeciti e «si può operare in maniera da non destare allarme». Proprio così. Lo ha detto Pietro Grasso medesimo a Bologna il 21 febbraio scorso, in occasione dell’incontro pubblico “Soldi sporchi. Come le mafie riciclano miliardi e inquinano l’economia”.
EH? La rossa Emilia prediletta dalle mafie: lì si può delinquere «in modo da non destare allarme». È un peccato che i grandi giornali quasi non si siano accorti della clamorosa denuncia, a parte un microboxino sul Fatto quotidiano e qualche cronachetta nelle edizioni locali. Eppure Repubblica avrebbe potuto cavarci ottimi titoloni, tipo “Maiali sporchi”, oppure “La Gomorra dei ciccioli”, o magari “Tortellino connection”. Invece niente. Zero tituli per l’eroe antimafia che apre il caso Emilia. Abbia pazienza, dottor Grasso. Magari ripassi quando avrà qualcosa su, chessò, la Lombardia.
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