«Due giorni al massimo», scrive così sul suo sito Roberto Formigoni, dando una scadenza alla sua decisione se ricandidarsi o meno per le elezioni. «Oggi mi sono incontrato con i dirigenti del Pdl – ha spiegato ieri sera, durante la trasmissione Otto e mezzo su La7 –. che mi hanno confermato l’invito ad essere testa di lista nel Senato». Formigoni ha ammesso di essere «tentato di tornare a fare politica senza una carica istituzionale».
Parlando dei controlli che la magistratura sta effettuando sulle ricevute dei gruppi lombardi in Consiglio regionale dicendo di attendere ora l’arrivo di «una trentina di avvisi di garanzia ai consiglieri di opposizione» dal momento che «conosco l’equanimità della magistratura e so che gli scontrini di Pdl e Lega sono uguali a quelli dell’opposizione».
Su domanda della conduttrice Lilli Gruber, il governatore è tornato a chiarire nuovamente la sua posizione sulle candidature alle regionali sottolineando di essere sempre stato favorevole «a rinnovare l’alleanza con la Lega in Lombardia, purché fosse il Pdl a indicare il candidato governatore». Così non è stato, Maroni è diventato il candidato presidente della coalizione e per questo motivo il presidente parla di battaglia politica persa. La scelta contemporanea di Gabriele Albertini di trasformare la sua candidatura da civica in politica con l’adesione al partito di Mario Monti ha poi di fatto reso impossibile ogni possibilità di dialogo politico con l’ex sindaco di Milano.
E oggi, Roberto Maroni a Tgcom24 ha dichiarato: «Formigoni? Non so se vorrà andare al Senato. Credo che abbia scelto altre strade, rispetto alla Lombardia. Ho riconosciuto la lealtà del suo comportamento, ha perso la battaglia ma alla fine è rimasto nel Pdl. Riconoscere di aver perso ma continuare lealmente sulla strada della battaglia politica è la dimostrazione di un comportamento corretto».