Football da barzelletta

Piove, estate ladra. Compagni e amici, scusate, ma sono un po’ giù. Saranno le pene d’amore o forse questa notizia dell’obesity bill, la legge americana contro i ciccioni, che mi ha ulteriormente depresso. Sono in trincea. Vieri, Ronaldo e Recoba si sono ridotti lo stipendio, ma io ho comunicato al direttore che il mio non si tocca. Almeno Galliani che piange miseria mi ha provocato uno scatto d’ilarità. Il dramma di questo calcio è che nessuno dice la verità. Dalle mie parti gira questa barzelletta. Due genovesi s’incontrano. «Ti vedo giù, che cosa c’è?». «E’ morta la nonna». «Belin, ci avrà avuto la sua conveniensa». Io continuo a pensare che se uno fa il presidente di una società di calcio è perché “ci ha la sua conveniensa”. Perfino Moratti, state buoni che ho già capito cosa volevate dire. Per cui non sono commosso, non sono partecipe, non sono preoccupato. Avete finito i soldi? Peggio per voi. Il calcio rischia di chiudere? Magari. Così non mi chiedete più se Nesta va all’Inter.