Articolo tratto dall’Osservatore romano – Un sacerdote cattolico è stato ucciso domenica a colpi di arma da fuoco in una cappella nel nord delle Filippine mentre si preparava a celebrare la messa. È il terzo religioso a essere assassinato negli ultimi sei mesi nel paese. Secondo le prime ricostruzioni, quando è stato colpito, padre Richmond Nilo si trovava dietro l’altare della cappella di Nuestra Señora de la Nieve, nella città di Saragozza, nella provincia di Nueva Ecija, circa cento chilometri a nord di Manila. Due uomini armati non identificati hanno sparato quattro volte al sacerdote attraverso una finestra e poi si sono dati alla fuga.
L’attacco arriva meno di una settimana dopo il ferimento di un altro prete, colpito in una sparatoria nella città di Calamba, nella provincia di Laguna, a sud di Manila.
Nilo è il terzo sacerdote cattolico a essere ucciso nelle Filippine dal dicembre 2017, come ha confermato il presidente della Conferenza episcopale del paese, l’arcivescovo Romulo Geolina Valles. Il 29 aprile, padre Mark Ventura, 37 anni, era stato ucciso a colpi di arma da fuoco dopo aver celebrato la messa nella provincia settentrionale di Cagayan. Mentre il 4 dicembre, il settantaduenne padre Marcelito Paez era rimasto vittima di un attacco nella città di Jaen, nella provincia di Nueva Ecija, dopo aver facilitato il rilascio di un prigioniero politico.
Con l’ultima uccisione sale a diciotto il numero di sacerdoti assassinati nei primi sei mesi del 2018, una media di uno ogni 9 giorni. Negli ultimi otto anni, dal 2010 alla metà del 2018, nel mondo sono stati uccisi 125 preti. La quasi totalità ha pagato con la propria vita la scelta di voler vivere accanto alla gente più povera, debole e indifesa.