Figo a Dubai? Pagatemi bene e io ci vado a piedi

L’anno è cominciato a fasi alterne. La notte di Capodanno (non riconosco la festa e quindi essa si vendica) sono stato morso da un insetto e mi è venuto uno sfogo rosso sul collo da far paura, soprattutto a me. Non vi piace che vi racconti i fatti miei? Leggete la rubrica motori. Secondo Prodi la ripresa è merito suo, secondo Berlusca è merito suo. Mettetevi d’accordo perché sinceramente mi avete stufato. L’ultimo film di Mel Gibson non è vietato e Rutelli s’è indignato. Anch’io, quando coi soldi dello Stato producono boiate pazzesche. C’è gente che se ne vuole andare. Li comprendo. Rossi (Nicola, non Paolo) ha lasciato i Ds per scarso riformismo, Figo vuole lasciare l’Inter per scarso stipendio: gli arabi gli offrono molto di più.
Ciò introduce un argomento che mi sta a cuore: la lamentela di livello. Ogni tanto io penso che ci sono giornalisti (e non solo) che guadagnano meno di me. Però penso anche che ognuno, al suo livello, possa anche pretendere di più di quello che ha. Perché mi dovrei accontentare? Per fare piacere a voi? Ma non ci penso neanche.
E mi girano perché non c’è il cancher di un arabo che mi offra qualche milione (di dollari) per fare il direttore di un giornale a Dubai. Ci vado di corsa, ma magari Figo mi dà un passaggio, visto che va da quelle parti anche lui.

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