Figli di un dio ciccione

Di Addis Piero
29 Marzo 2001
Ritorna la primavera e con essa “esplodono” anche i centri commerciali: un tripudio di offerte, sconti, promozioni

Ritorna la primavera e con essa “esplodono” anche i centri commerciali: un tripudio di offerte, sconti, promozioni. Da Carrefour a Ipercoop, da Mediaworld a Trony, ovunque le parole d’ordine sono «sconto cassa, tasso zero, tre per due». La pubblicità vive la stagione delle tabelline, percentuali ed equivalenze: tan %, taeg 1,5%; compri adesso paghi dopo; aggiungi mille lire e porti a casa. Il sabato pomeriggio, e adesso anche la domenica, tutti al megastore: mamma papà figli e nonni (così almeno escono un po’): la fila, un trancio di pizza, il tacco alle scarpe, una copia delle chiavi che serve sempre e poi a casa con l’ennesima tazzina di ceramica che tanto è regalata. In questi luoghi la pubblicità sfodera la sua arma migliore, quella della seduzione, che fa comprare di tutto, anche se praticamente non si ha bisogno di nulla. I centri commerciali sono diventati le nuove terrificanti “piazze” della città (ma senza storia, senz’anima) dove ci si aggrega in nome di quel dio ciccione del consumo. Sarà l’unico modello da seguire?
Non chiedetelo ai pubblicitari.

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