Prima pagina dell’inserto di Roma del Corriere della Sera, 14 novembre. Pezzo di cronaca, pubblicato con evidenza, dal titolo “Via ‘padre e madre’ Ecco ‘genitore 1 e 2’”: è dedicato all’iniziativa dello storico liceo Mamiani di sostituire la denominazione nel libretto delle giustificazioni. La vicenda è descritta in modo in apparenza asettico, ed è fatta commentare a esponenti dell’associazionismo gay e, per par condicio, a consiglieri comunali di opposizione: senza alcuna particolare presa di posizione del giornale, pur se con la neanche tanto implicita soddisfazione per il caso-pilota.
A qualche centimetro di distanza, l’editoriale, un angosciato commento al giro di prostituzione minorile nei quartieri bene della Capitale: necessità di andare alla «matrice antropologica» della questione, «marasma etico contemporaneo» che fa emergere «personaggi inqualificabili», responsabilità di ciascuno e, da ultimo, «di fronte al pianeta sconosciuto che ospita i nostri figli» l’interrogativo: «Come stabilire un rapporto autentico con loro?». Il tutto – manco a dirlo – condito con la denuncia che «l’ipocrisia trionfa».
Suggerimento (non richiesto) per ridurre il tasso di ipocrisia: premesso che fra le cause dello smarrimento di un adolescente vi è spesso la mancanza o la carenza di una relazione vera col padre e/o con la madre, accompagnata dalla crisi di identità che deriva anche dalla difficile identificazione dei ruoli, che ne dice il Corriere di provare a invertire l’ordine della pagina? Lasciando senza chiose alla riflessione del lettore la notizia terribile di una madre che sollecita la figlia quindicenne a intensificare i rapporti sessuali a pagamento, e facendo un bell’editoriale in cui spieghi con i toni giusti perché l’iniziativa del Mamiani è semplicemente folle. Così, giusto per non far trionfare l’ipocrisia…