Papa Francesco all’udienza generale di questa mattina in piazza San Pietro ha concluso la sua «riflessione sul tema del matrimonio e della famiglia», che prosegue da qualche settimana, sottolineando subito l’importanza di due prossimi appuntamenti, e cioè «l’Incontro Mondiale delle Famiglie a Filadelfia (22-27 settembre, ndr) e il Sinodo dei Vescovi qui a Roma (4-25 ottobre, ndr)». Tutti e due questi eventi, ha detto il Pontefice, «hanno un respiro mondiale, che corrisponde alla dimensione universale del cristianesimo, ma anche alla portata universale di questa comunità umana fondamentale e insostituibile che è appunto la famiglia».
«NECESSARIA E STRATEGICA». «L’attuale passaggio di civiltà – ha ricordato il Santo Padre riprendendo un tema a lui caro, quello delle “colonizzazioni ideologiche” nemiche della famiglia – appare segnato dagli effetti a lungo termine di una società amministrata dalla tecnocrazia economica. La subordinazione dell’etica alla logica del profitto dispone di mezzi ingenti e di appoggio mediatico enorme. In questo scenario, una nuova alleanza dell’uomo e della donna diventa non solo necessaria, anche strategica per l’emancipazione dei popoli dalla colonizzazione del denaro».
«ORIENTARE LA POLITICA». Per questo la famiglia, «questa alleanza», ha insistito papa Francesco, «deve ritornare ad orientare la politica, l’economia e la convivenza civile! Essa decide l’abitabilità della terra, la trasmissione del sentimento della vita, i legami della memoria e della speranza. Di questa alleanza, la comunità coniugale-famigliare dell’uomo e della donna è la grammatica generativa, il “nodo d’oro”, potremmo dire». Dio nella sua creazione non ha messo «una semplice premessa filosofica», ma ha deliberatamente «affidato alla famiglia non la cura di un’intimità fine a sé stessa, bensì l’emozionante progetto di rendere “domestico” il mondo». E dunque c’è «proprio la famiglia» alla base di «questa cultura mondiale che ci salva; ci salva da tanti, tanti attacchi, tante distruzioni, da tante colonizzazioni, come quella del denaro o quelle ideologie che minacciano tanto il mondo. La famiglia è la base per difendersi».
«LA BENEDIZIONE DELLA DONNA». Poi papa Francesco ha spiegato meglio cosa significa che «il mondo creato è affidato all’uomo e alla donna». «Quello che accade tra loro dà l’impronta a tutto», ha detto il Pontefice. Non a caso, «il loro rifiuto della benedizione di Dio approda fatalmente ad un delirio di onnipotenza che rovina ogni cosa. È ciò che chiamiamo “peccato originale”. E tutti veniamo al mondo nell’eredità di questa malattia». Questa però non è una condanna, secondo il Santo Padre: «Non siamo maledetti, né abbandonati a noi stessi». Lo dimostrano «le parole che Dio rivolge al serpente ingannatore, incantatore». Con quelle parole contenute nella Genesi «Dio segna la donna con una barriera protettiva contro il male, alla quale essa può ricorrere – se vuole – per ogni generazione. Vuol dire che la donna porta una segreta e speciale benedizione, per la difesa della sua creatura dal Maligno!». Ecco perché risultano tanto «offensivi» per il Papa i famosi «luoghi comuni» sulla donna tentatrice che «ispira al male»: al contrario, da questo particolare dono di Dio alla dona si può ricavare lo «spazio per una teologia della donna che sia all’altezza di questa benedizione di Dio per lei e per la generazione!».
LA FEDELTÀ DI DIO. Comunque, ha proseguito il Papa recuperando il filo del discorso, «la misericordiosa protezione di Dio nei confronti dell’uomo e della donna, in ogni caso, non viene mai meno per entrambi». Nella Bibbia, quando Dio caccia dall’Eden Adamo ed Eva li riveste di pelli. Si tratta, secondo il Santo Padre, di un «gesto di tenerezza» da parte del Creatore che «significa che anche nelle dolorose conseguenze del nostro peccato, Dio non vuole che rimaniamo nudi e abbandonati al nostro destino di peccatori». Una tenerezza la cui somma prova è Cristo stesso: come ricorda san Paolo, «mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi», ricordato il Pontefice.
«METTETEVI IN CAMMINO CON NOI». Nella «promessa che Dio fa all’uomo e alla donna all’origine della storia», ha aggiunto in conclusione papa Francesco, «include tutti gli esseri umani, sino alla fine della storia. Se abbiamo fede sufficiente, le famiglie dei popoli della terra si riconosceranno in questa benedizione. In ogni modo, chiunque si lascia commuovere da questa visione, a qualunque popolo, nazione, religione appartenga, si metta in cammino con noi. Sarà nostro fratello e nostra sorella, senza fare proselitismo, no. Camminiamo insieme sotto questa benedizione e sotto questo scopo di Dio di farci tutti fratelli nella vita in un mondo che va avanti e che nasce proprio dalla famiglia, dall’unione dell’uomo e la donna».
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