
FA CALDO
È accaduto solo perché è tempo di «Anto’, fa caldo» e di canotta formato Skipper (sorellina tisica di Barbie, sarà l’invasione nipponica…) e perché l’Anto’ in questione, detestando alternative femminili al burqa, zanzare e tariconi con ascella al vento ha sviluppato una grave insofferenza all’uscita serale. In attesa di indossare il montone esquimese e vederlo di nuovo felice mi sono arrangiata, ed è accaduto. Solo il ventilatore (rotto) ha assistito alla scena, e faceva veramente tanto caldo per impiantarsi per più di 15 secondi su Rai2. Ma era inevitabile, perché una che si tuffa – con un collier di diamanti a mo’ di cavigliera appena fregato a una principessa greca dormiente – da una suite a 50 piani dal suolo, avendo prima l’accortezza di rimanere in biancheria intima, presagendo un’accoglienza tra le acque della piscina intorno alla quale si sta consumando un mega party in costume e uscita dalla quale le verrà offerto un asciugamano da un premuroso inserviente (naturalmente nessuno s’è accorto del tuffo spettacolare, e nemmeno che questa «chi l’ha mai vista» e «che cacchio c’ha addosso», naturalmente…), di fronte a 15 secondi così, su Rai2, vuoi non approfondire? E così “Alias” è entrato a far parte della mia vita, la sua tormentata e turbolenta protagonista Sydney il mio guru, Isabella Rossellini e Quentin Tarantino i miei amici, Cia, Kgb, virus letali il pane quotidiano. Vecchietta sul tram? Infiltrata polacca. Portinaio cubano? Contatto a L’Avana. Anto’? Fascista e neasteadipendente. Intanto ho cestinato le canotte, ricomprato il ventilatore e giro con l’interno guancia stretto tra i denti, per avere superzigomi estivi alla Sydney.
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