Ezio Mauro neo-segretario Ds?

Non solo Galli Della Loggia ma pure Pansa (che è del ramo della Quercia) ha scommesso che Fassino «sapeva benissimo chi era davvero Consorte, come si muoveva, quali alleanze stringeva». D’altra parte non c’è soltanto una telefonatina “informativa” tra il segretario dei Ds e Consorte. Ce ne sarebbero almeno 17. E non in un mese, ma nella settimana topica in cui l’uomo Unipol fa, muove, forca e (dopo una conversazione telefonica secretata tra Consorte e D’Alema e una chiamata di consorte alla segretaria personale di D’Alema “per posticipare l’appuntamento con Massimo D’Alema” nelle ore della conference call del patto segreto tra gli scalatori di Bnl e Antonveneta) annuncia all’amico Frasca di Bankitalia: «abbiamo il 51,6 per cento!». E il partito di Repubblica, dalla cui tessera numero 1 era partita la prima staffilata, che fa? Per qualche giorno esita, riflette, tentenna. Poi, come al solito, quando c’é da tirar fuori la castagna bruciata dal fuoco, ecco il Fondatore e, fermi tutti, “da quale pulpito viene la predica?”. Già, è normale che l’integralista del potere faccia il pompiere tra i Ds e il resto dell’Unione. Così, la Repubblica che del potere è sciantosa fin da quando era giovane e bella, si è subito trasformata in Cronos che mangia i suoi figli moralizzatori. Dice il salmista: «cosa darà l’uomo in cambio della sua anima?». Non è un mistero. Se Scalfari dice che bisogna querelare il Foglio, D’Alema querela. Se Scalfari dice che prima della direzione Fassino deve passare in redazione, il segretario passa. E lascia una certa striscia di lumaca per ripetere che, come dice Scalfari, «è una mattanza dei Ds», «è un’aggressione», è «un attentato alla democrazia» (D’Alema). E quel «Allora Gianni, siamo padroni della banca?». Per carità, «mi informavo soltanto». E quel «Grazie Piero, anche per l’aiuto che ci hai dato oggi siamo giunti a un risultato importante»? Per carità, questa è una domanda che non si fa dal pulpito berlingueriano di Repubblica.