L’ex capo del Sismi spiattellato sui giornali con tanto di targa segreta e locali frequentati. Nessuno ha da ridire?

Di Renato Farina
28 Marzo 2015
Gli articoli fotocopia di Repubblica e Corriere sulla cena di Pollari con gli indagati dell'inchiesta Grandi Opere appartengono, al di là delle intenzioni, al genere delle informative brigatiste

grandi-opere-corriere-pollari-sarzaniniPubblichiamo la rubrica di Renato Farina contenuta nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

Come si fa ad avere una morale così vasta, ma proprio tanto vasta, da superare in ampiezza la fisarmonica? Bisognerebbe mettere su un premio giornalistico “Fisarmonica”. Vi sottoponiamo questo caso singolare di divaricazione suprema e in un certo senso ammirevolmente acrobatica tra il dire e il fare. Domenica scorsa. Editoriale del Corriere della Sera. Angelo Panebianco spiega l’atrocità del sistema italiano delle intercettazioni. Chiede di porre fine «a un ventennio di diffusione arbitraria di intercettazioni giudiziarie». Argomenta magnificamente, non lascia scampo. Questa è la prima pagina: sono i comandamenti di un giornale.

Giri una, due, tre pagine, e trovi esattamente il mondo infernale vituperato con solide argomentazioni da Panebianco nella pienezza della sua gloria. Infatti, a pagina 12, eccoci all’articolo di Fiorenza Sarzanini. Non si accontenta di usare le intercettazioni, eccoci anche alla ricopiatura delle informative del Ros dei carabinieri. Peccato che in tutto questo si commetta un crimine molto preciso. E si metta a rischio di morte una persona esposta massimamente, collaborando incredibilmente con l’Isis e altri simpatici jihadisti.

Il Corriere ricopia la targa e il tipo di un’auto. Sostiene sia un’auto dei servizi segreti. In quel momento si consuma un preciso reato, se è vero sia un’auto dei servizi: rivelando gli interna corporis dei servizi di sicurezza si viola il dovere di riservatezza a tutela della sicurezza dello Stato (sentenza 124/2009 della Corte costituzionale). Oltretutto si fa il nome di chi da quell’auto scende, cioè l’ex capo del Sismi, Nicolò Pollari. Oggi è consigliere di Stato, e va a cena con altri dirigenti dello Stato che nessuno – salvo i magistrati e i capi del Ros dei carabinieri – può sapere siano indagati. Questa cena è mescolata abilmente con fatti criminali. Il titolo funziona come uno splendido cocktail escrementizio: “Pollari arriva a cena con l’auto dei servizi. I trucchi sui capitolati”. In due righe si fa capire, ovvio, che c’è un abuso di auto blu, per farsi portare in ristoranti dove si truccano i capitolati.

In realtà il crimine lo commette non so se giuridicamente ma senz’altro eticamente, secondo il comandamento di Panebianco, il Corriere della Sera e/o chi ha depositato (se sono stati depositati) alla visione del pubblico dati utili per chiunque voglia colpire un uomo dello Stato, esposto come ognuno può immaginare, per il ruolo che ha esercitato, a minacce ben precise. Il risultato, al di là delle intenzioni, appartiene al genere letterario delle informativa delle Br, qualcosa che somiglia all’istruttoria per preparare l’attentato al commissario Luigi Calabresi.

Per sicurezza, mica che non bastino i particolari riferiti, si segnalano anche a lettori eventualmente interessati più o meno male intenzionati i ristoranti frequentati da Pollari. E per far capire che la figura è losca, e una lezioncina la meriterebbe, Pollari viene mascariato con questa formula coniata per gli scrocconi: «… Continua a godere dei privilegi riservati agli alti ranghi dell’intelligence».

Interessante che su Repubblica ci sia un articolo fotocopia, e si nota maliziosamente che Pollari dev’essere «arrugginito» visto che non si è accorto di essere pedinato. In realtà un servitore dello Stato non pensa di essere spiato da un organo dello Stato, per il godimento dei terroristi. Capitò già nel 2006. Ci ricaschiamo. Hanno qualcosa da dire il governo, il Copasir, il sottosegretario incaricato per i servizi Minniti, la procura, eccetera? Più modestamente, che ne dice Panebianco? E De Bortoli?

A dire la verità Ferruccio De Bortoli è in partenza. L’editore deve scegliere un nuovo direttore. Opterà per chi promuoverà Il Fatto della Sera alla Sarzanini o il Corriere della Sera alla Panebianco? Tertium non datur. Anzi, già datur.

@RenatoFarina

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2 commenti

  1. marco

    E di che si stupisce Farina?Si ricorda il corrriere post 68? E ai tempi di di pietro? Io mi stupisco che intelligenti e onesti giornalisti quali Panebianco e Battista stiano lì.

    1. leo aletti

      Il corriere è sempre stato massone, il principio non è l’informazione ma la tolleranza, c’è posto per tutti, la carta stampata riceve tutto soprattutto il fango. W Pollari.

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