Se l’Eucaristia non è politica, che vada al diavolo
Per gentile concessione del Catholic Herald, proponiamo di seguito in una nostra traduzione un articolo di Kenneth Craycraft, avvocato e professore di Teologia morale al Mount St. Mary’s Seminary and School of Theology, apparso il 22giugno 2021 nel sito del mensile cattolico britannico. Un utile contributo sul tema che sta agitando il mondo cattolico americano, ossia la questione se sia lecito o meno negare l’Eucaristia ai politici pro aborto come Joe Biden. La versione originale inglese è disponibile in questa pagina.
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La “Dichiarazione di princìpi” che circa sessanta membri democratici della Camera dei deputati hanno pubblicato il 18 giugno, nella quale criticano i vescovi degli Stati Uniti perché fanno, beh, i pastori del loro gregge, è un perfetto esempio di prevaricazione ipocrita.
La dignità di quali vite?
Si legge nella Dichiarazione che i firmatari si impegnano per «la dignità della vita» e che essi «lavorano ogni giorno per fare avanzare il rispetto per la vita e la dignità di ogni essere umano». Forse, o forse no. Quel che è certo è che ognuno dei sottoscrittori nega la dignità di alcune vite umane, segnatamente di quelle in utero. Non solo. Negano proprio che siano vite umane.
Come minimo, ciò complica quanto loro stessi affermano, e cioè che starebbero operando nel contesto del magistero cattolico. A dirla proprio tutta, quel fatto basta da solo a demolire la loro affermazione.
Nella Dichiarazione è scritto anche che i firmatari «credono che la Chiesa sia il “popolo di Dio”, chiamato a essere una forza morale» nel mondo. In un altro passaggio, tuttavia, gli stessi firmatari proclamano che le loro coscienze personali sovrastano il magistero della Chiesa – e lo scopo stesso della Dichiarazione è negare l’autorità morale della Chiesa in materia di vita umana.
La pretesa politica dell’Eucaristia
In sostanza, la Dichiarazione ricalca gli argomenti di chi protesta che i vescovi non dovrebbero “politicizzare” l’Eucaristia. Ebbene, per parafrasare Flannery O’Connor, se l’Eucaristia non è politica, che vada al diavolo.
Coloro le cui vite non sono ordinate da, intorno e verso l’Eucaristia, dunque, sono quelli le cui vite sono definite da qualche altro amore diverso dall’amore di Cristo presente qui. Le loro vite sono piuttosto ordinate dalla città terrena, rappresentata in questo caso da varie identità politiche di partito o da coscienze individuali radicalmente sovrane. Ciò vale per tutto lo spettro politico americano, per chiunque neghi la dignità umana del non nato, dell’immigrato e del condannato a morte.
L’Eucaristia è fondamentalmente e inestricabilmente politica. Non può essere separata dalle sue pretese o implicazioni politiche. Essa crea una polis: la Città di Dio. È davvero la pretesa politica ultima, quella che relativizza tutte le altre posizioni politiche, e che subordina a sé tutte le altre pretese di lealtà politica. Dunque l’Eucaristia avanza richieste ultimative a quanti affermano di essere da essa ordinati. È l’amore per l’Eucaristia che definisce «il popolo di Dio» e distingue quanti sono definiti da altri amori.
La Città di Dio e quella degli uomini
I firmatari sono cattolici – è una cosenguenza inevitabile e inalienabile del loro battesimo – ma la Dichiarazione stessa dimostra che le loro posizioni politiche non sono quelle degli abitanti della Città di Dio in pellegrinaggio. Sono quelle della Città Terrena, malgrado questi cattolici reclamino i benefici della cittadinanza celeste mentre perseguono i fini del potere terreno.
Dandosi da fare contro le pretese morali più fondamentali della polis celeste (non solo operando a favore dell’aborto), questi politici danno scandalo alla Chiesa e respingono la fondamentale realtà polica dell’Eucaristia. Altri politici danno scandalo in altri modi – forse perfino in modi simili –, così manifestando le loro lampanti negazioni della realtà politica dell’Eucaristia. Adesso però non sto parlando di loro.
Aborto questione di giustizia
Ho visto gente “citare” Joe Biden che dice che l’aborto è moralmente sbagliato, ma che lui non intende imporre le sue convinzioni nelle scelte politiche che riguardano tutti. Questa però non è la posizione che Biden ha assunto, come minimo, a partire dalla campagna elettorale del 2020. Al contrario, adesso dice che «è diritto della donna farlo. Punto».
Anche se a un certo punto ha sfoderato una qualche versione del luogo comune “personalmente sono contrario ma…”, Biden starebbe comunque rifiutando il magistero della Chiesa. L’aborto riguarda la giustizia fondamentale, non la scelta individuale. Di più: l’aborto riguarda una giustizia fondamentale al cuore di quel che significa appartenere alla Città di Dio. Metterla in termini di opposizione personale significa rifiutare la Città di Dio in favore della Città Terrena, perché la Città di Dio non è incentrata sulla scelta personale, ma piuttosto su un comune amore a Dio.
La Chiesa crede che questo comune amore è definito da e riunito attorno all’Eucaristia.
Una realtà innegabile
A prescindere dalle intenzioni dei vescovi statunitensi di stendere una “dichiarazione sul significato dell’Eucaristia nella vita della Chiesa”, il dibattito generato dalla notizia che stavano meditando di preparare una simile dichiarazione non riguarda appena i politici che rifiutano una determinata dottrina (o determinate dottrine) della Chiesa. Riguarda i politici che rifiutano la Chiesa e mal rappresentano il magistero della Chiesa nel mentre che promuovono attivamente politiche direttamente in contraddizione con la dottrina della Chiesa.
L’appello ai vescovi a non “politicizzare l’Eucaristia” è davvero un appello a de-politicizzare l’Eucaristia: a negare che essa abbia una pretesa sulle nostre vite. Ma questo non possono farlo. De-politicizzare l’Eucaristia significherebbe negare la realtà fondamentale che è l’Eucaristia – e null’altro – ad avanzare la pretesa definitiva sulla lealtà politica del cattolico.
Foto Ansa
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