
Estasiati da una pillola:
“Come ha sottolineato lo scrittore Joshua Wolf Shenk, sulle droghe tendiamo ad avere punti di vista opposti: diciamo che uccidono o che curano; che assumerle ci renderà schiavi oppure che le nuove percezioni ci libereranno… L’ecstasy può occasionalmente schiavizzare e occasionalmente offrire la trascendenza. Spesso non fa nessuna delle due cose. Per Adrienne, un’americana che negli ultimi cinque anni ne ha fatto uso frequente, l’ecstasy è una parte cruciale della sua vita. “L’ecstasy ha fatto due cose nella mia vita”, dice, “sono sempre stata solitaria e insicura. L’ho presa, e all’improvviso ho scoperto che siamo tutti insieme, che stiamo tutti danzando, che non siamo tanto diversi. Ho permesso a me stessa di avvicinarmi di più alle persone. Tutto è diventato positivo. Ma la mia vita è anche diventata, rapidamente, tutta un’attesa della prossima volta che lo farò… Non c’è niente che ti faccia sentire così libera. Ti senti a tuo agio con te stessa e a posto col mondo, ed è una sensazione che vuoi ripetere, ogni settimana””.
Dove stanno scritte queste evocative e concludenti parole? Su qualche sulfureo sito Internet pro-ecstasy? Sulle pagine di una rivista underground? No. A concludere un servizio di copertina di nove pagine sulla più nota droga sintetica degli anni Novanta con le sagge considerazioni di cui sopra è nientemeno che Time,il più diffuso settimanale americano.
Guarisce dai traumi, combatte il cancro…
Che la monografia dell’illustre newsmagazine sia quanto meno ambigua lo si capisce sin dalla titolazione del servizio. Recita l’occhiello: “Ecstasy – La felicità è… una pillola?”. Sotto al titolo (“La seduzione dell’ecstasy”) si legge il seguente sommario: “Il più noto elisir per fornire energia ai raduni rave è una droga illegale vecchia di 80 anni. Ma sta facendo la sua comparsa anche fuori dalle discoteche, e i suoi difensori affermano che ha anche effetti terapeutici. Ma quanto è pericolosa?”. Anche la scelta delle foto non sembra neutrale: in apertura c’è un collage di immagini di gente giovane, bella, colorata e su di giri; nelle due pagine seguenti sono ritratti Rick Doblin (insieme ai figli) “attivista pro-MDMA (il nome scientifico dell’ecstasy – ndr), crede che la droga possa aiutare le persone che hanno subìto traumi”, Bob Wallace “milionario Microsoft, financia DanceSafe, un gruppo di sostegno ai raduni rave che esegue test sulle pillole per verificarne la purezza”, Sue Stevens che “insieme al suo defunto marito usava MDMA per aiutarsi a discutere del suo cancro”. Una tavola a colori descrive l’azione dell’ecstasy sul cervello: la droga libera la serotonina contenuta nelle vescicole delle cellule nervose che si riversa nelle sinapsi in quantità tali che i recettori dei neuroni adiacenti non possono assorbirlo. Alla fine sinapsi e cellule restano seriamente danneggiate. Ma come viene commentato questo fatto innegabile? Vediamo.
Distrugge cellule e recettori?
E allora?
“Forzando fuori la serotonina, l’MDMA rimodella le cellule cerebrali che rilasciano questa sostanza chimica. Le modificazioni a queste cellule potrebbero essere permanenti… Negli anni Ottanta il tossicologo George Ricaurte ha registrato per la prima volta gli effetti dell’ecstasy sul cervello umano. Infine ha sottoposto a test di memoria persone che avevano dichiarato di aver assunto ecstasy due settimane prima, e ha confrontato i loro risultati con quelli di un gruppo di persone che dichiaravano di non aver mai preso ecstasy. I fruitori di ecstasy sono risultati peggiori. Immagini a computer che danno istantanee dettagliate dell’attività del cervello hanno anche mostrato che i fruitori di ecstasy hanno meno recettori di serotonina dei non fruitori, anche due settimane dopo l’ultima esposizione. Ricaurte pensa che il danno possa essere irreversibile. Ma il lavoro di Ricaurte non è conclusivo. Il principale problema è che i soggetti della sua ricerca avevano usato tutti i tipi di droga, non solo ecstasy, e non c’era modo per stabilire che ciò che avevano assunto era puro MDMA. E i critici dicono che anche se il MDMA causasse le modificazioni al cervello che egli ha documentato, queste modificazioni potrebbero non avere conseguenze funzionali. “Nessuno dei soggetti studiati da Ricaurte ha mostrato segni di disfunzione cerebrale o psicologica”, dice John Morgan, professore di farmacologia alla City University di New York. “Le sue scoperte possono semplicemente significare che possiamo fare a meno della serotonina senza problemi. Ci sono un mucchio di domande senza risposta”. Ricaurte ha detto a Time che “la grande maggioranza delle persone che hanno sperimentato l’MDMA appare normale, e non c’è alcuna indicazione evidente che ci sia qualcosa che non va”. Dice pure che fra 15 o 20 anni potremmo scoprire che queste apparenze erano terribilmente sbagliate, ma altri sono molto più ottimisti a proposito dei rischi del MDMA in confronto ai benefici. Da 15 anni Rick Doblin, fondatore dell’Associazione multidisciplinare per gli studi psichedelici è uno dei più entusiasti fautori dell’uso terapeutico dell’MDMA. Egli ritiene che il composto abbia una speciale capacità di aiutare le persone a dare un senso a se stesse e al mondo e che assumere MDMA può condurre le persone a verità interiori”.
Inglesi e svizzeri chiudono un occhio, Time tutti e due Altri passaggi del servizio, prima del gran finale citato all’inizio, minimizzano la dannosità dell’ecstasy. “Il Senato degli Usa ha introdotto una nuova legge in base a cui chi è arrestato per aver venduto un minimo di 100 pastiglie di ecstasy può essere incriminato come trafficante di droga, mentre le leggi attuali stabiliscono il limite a 3 mila… Ma in Europa, che ha una storia più lunga di familiarità con l’ecstasy, alcuni governi stanno diventando più tolleranti. Quest’anno un rapporto della Federazione della Polizia britannica ha raccomandato un alleggerimento delle sanzioni per possesso di ecstasy. E il mese scorso in Svizzera la Corte suprema ha sentenziato che vendere ecstasy non è un grave narcoreato”. “La maggioranza di coloro che finiscono al pronto soccorso dopo aver preso l’ecstasy quasi certamente non hanno assunto MDMA, ma qualcosa fatto passare sotto quel nome”. A che gioco giochi Time non è dato sapere, ma ha tutta l’aria di essere un gran brutto gioco.
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