Elezioni del Presidente della Repubblica. Meglio Romano Prodi, Gino Strada o Emma Bonino?

Di Redazione
04 Aprile 2013
In attesa del 18 aprile, i media stilano una lista di candidabili. Da Emma Bonino a Gustavo Zagrebelsky, l'importante è che sia antiberlusconiano. Magari donna, ma ancora meglio se è una firma di Repubblica.

Il 18 aprile il parlamento darà il via alle votazioni per eleggere il nuovo Capo dello Stato. Chi succederà a Giorgio Napolitano? Giornali e siti internet si interrogano. Si scatena la caccia al nome giusto, al profilo ideale. Ezio Mauro, direttore di Repubblica, cerca di influenzare le scelte Partito democratico: «Bisogna cercare un presidente della Repubblica in cui si sentano rappresentate le diverse culture politiche presenti in parlamento». E se non ci sono, avverte dal sito del quotidiano, «valgono i numeri».

ROMANO PRODI. Quale sarà la persona capace di essere una «guida morale» «di altissima rappresentanza», come vorrebbe il direttore di Repubblica? Chi riuscirebbe a rappresentare tutte le culture politiche del parlamento? Forse Romano Prodi? A fargli da sponsor non sembra esserci però il quotidiano di Carlo De Benedetti. Forse per scaramanzia, opta per suoi editorialisti e collaboratori (il nome del Fondatore Eugenio Scalfari è l’unico a non essere ancora fatto da parte del quotidiano). La somiglianza del profilo dell’ex leader del centrosinistra con quello tracciato da Mauro potrebbe in parte corrispondere. Se non altro per quanto riguarda la capacità di rappresentazione delle culture presenti nel paese. Nota virtù di Prodi è il suo ecumenismo politico. Fu lui a portare in parlamento il no global Francesco Caruso e il vincitore dell’Isola dei Famosi Vladimir Luxuria. Grazie a quelle alleanze ardite e vastissime (che i suoi avversari e detrattori definirono “carrozzoni”) riuscì a riscuotere due vittorie su due alle elezioni nazionali. Chi meglio di lui sarebbe in grado di rappresentare tutte le forze politiche, dal Movimento 5 Stelle alla Sudtirol Volkspartei?

ZAGREBELSKY O RODOTÀ? Da qualche tempo si fa largo, fra gli elettori di sinistra, anche il nome di Stefano Rodotà. Giurista e padre di Maria Laura (penna del Corriere), Rodotà è un politico apprezzato dai lettori di Repubblica e dai soci dell’associazione Libertà e Giustizia. Legalità e laicità sono le battaglie che ama combattere sulle pagine di Repubblica e nelle manifestazioni di Libertà e Giustizia. A spiegare il perché di questo amore per un giurista che come politico ha ricoperto l’incarico di vicepresidente della Camera e Garante della Privacy, ci pensa l’associazione Articolo21, che lo definisce «uno dei più acuti studiosi ed interpreti della rete, dei suoi possibili utilizzi, della democrazia civica, della società aperta, capace di opporsi a censure, integralismi ed oscurantismi di ogni natura e colore». Appena dietro Rodotà, nelle scelte degli elettori di sinistra, pare esserci il Presidente onorario di Libertà e Giustizia nonché Presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky. In ogni caso, spiegano i dirigenti di Articolo 21 «si tratta di personalità che hanno a cuore il bene comune, che hanno compiuto grandi battaglie per i diritti civili e di libertà».

SPINELLI O BONINO? Lanciato dal comitato “Se Non Ora Quando” la petizione per un Capo dello Stato di sesso femminile: «Senza la saggezza e la sensibilità delle donne, l’Italia non può uscire dalla crisi». «Vogliamo che la nostra nazione sia rappresentata a tutti i livelli, fino a quelli più elevati, della Presidenza del Consiglio e della Repubblica, da donne competenti e sagge», scrive Snoq. A fare il tifo per una donna è la “Rete” sul sito del Corriere della Sera. In un sondaggio, la militante radicale  Emma Bonino doppia nei voti Romano Prodi. E non è questa la sola candidatura femminile che si sia fatta. Michele Serra su Repubblica concorda con il fatto che serva una presenza femminile al Quirinale e propone un’altra firma di Repubblica, dopo quelle di Rodotà e Zagrebelsky: Barbara Spinelli. Sia Barbara che Emma, scrive Serra, sono «donne di grande intelligenza e totale indipendenza politica».

MEGLIO DARIO FO O GINO STRADA? Il Movimento 5 Stelle, per bocca del suo leader Beppe Grillo, ha già candidato prima Antonio Di Pietro e poi Dario Fo (che ha declinato). Ora la candidatura toccherebbe a Gino Strada. L’elezione a Capo dello Stato del fondatore di Emergency, secondo voci non confermate, sarebbe  ben vista dalla dirigenza grillina e, qualcuno sostiene, forse anche dal Pd.

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10 commenti

  1. Enrico

    Ragazzi, qui purtroppo non c’è un Conclave che pensa solo ad eleggere il Bene. Non ci sono nemmeno candidati candidi. Chiunque salirà al colle sarà il prodotto di conflitti tra interessi di varia natura che poco o niente hanno a che fare con la trasparenza e l’interesse comune.
    Politicamente, e non solo, siamo indietro di 2000 anni. Litighiamo sulla legge elettorale come sefosse lacosa più importante, mentre invece è quasi irrilevante perchè manca lo spitito,oltrechè lo Spirito.

  2. giuliano

    Romano Prodi ha già fatto danni enormi, Gino Strada lo vedo bene in Iraq o Afganistan in qualche tenda con i terroristi islamici, Emma Bonino farebbe sterilizzare anche le lesbiche. Lasciamo perdere, un presidente della repubblica non ci serve, abbiamo già quello di Repubblica

  3. francesco taddei

    dal più pilu per tutti a più aghi per tutti

  4. Quercia

    Consiglio ai lettori di Tempi simpatizzanti pdl. Fareste meglio a pensare ai personaggi che ospitate nel “vostro” partito.

    Non eravate voi quelli attenti alla tutela della salute dei cittadini, impedendo la legalizzazione delle droghe? non eravate voi quelli preoccupati per la tutela dei bambini dichiarandovi per la vita e contro l’aborto? non eravate voi quelli sensibili verso i malati, dichiarandovi contrari all’eutanazia?

    Un noto esponente del vostro partito (partito auto proclamato a favore dei moderati, attento al mondo cattolico) ha proposto per il quirinale la Bonino. Vogliamo ricordarci cosa ne pensa la Bonino su droga, eutanazia, aborto?????

    In altri partiti per un’uscita così fuori dalle linee di fondo del credo politico si sarebbero chieste immediatamente le dimissioni del parlamentare.

    Questa mancanza è forse dovuta al fatto che nn ci sono le linee di fondo nel pdl???

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/03/quirinale-2/550779/

    1. pikassopablo

      eh maaaa tu sei quasi eretico….

    2. Mariani Gianluca

      Perché la Bonino sulla droga, l’eutanasia, con la esse, e l’aborto la pensa diversamente da come la pensano il PD o SEL? Prendetevi la briga di andare a leggere sul sito del Partito Democratico cosa dicono di questi temi, ad esempio, Ignazio Marino, Vittoria Franco, Marilisa D’Amico, Anna Finocchiaro, Roberta Agostini, Livia Turco, Ettore Martinelli, Stefano Ceccanti. Andate a leggervi la rassegna stampa pubblicata sul sito: lì le linee di fondo ci sono, eccome! E sono chiare a tutti (personaggi in malafede compresi).

      A me preoccupa meno un singolo che dà fiato alla bocca, con pensieri in libertà, piuttosto che una coalizione che di questi temi ha sempre fatto un punto imprescindibile di “progresso di civiltà”.

      Mi domando: gli elettori del PDL farebbero meglio a pensare al “noto esponente” che ha dato fiato alla bocca sul presidente della repubblica oppure gli elettori cattolici farebbero meglio a pensare alla coalizione di “progresso di civiltà” quando scelgono chi votare?

      In quanto alle immediate dimissioni da parlamentare: se non hanno avuto il coraggio di chiederle a quelli che – iniziata la loro carriera politica quando avevano i calzoni corti e passati dal rosso al verde e poi a tutte le specie di alberi e fiori – ora col cappello in mano si stanno prendendo sputi in faccia e calci nel didietro dai mostri che loro stessi hanno creato, volete che qualcuno le chieda ad uno qualunque???

      1. Quercia

        Ma te ragioni come se criticare una parte politica significasse essere d’accordo con l’altra.
        Credi davvero che mi riconosca nelle idee di Ignazio Marino? Il fatto è che per me i valori non negoziabili quali la tutela della famiglia e della vita e i relativi no ad aborto e eutanazia (con la Z non per errore) sono molto importanti e non mi permettono di votare partiti in cui ci sono persone che la pensano come Ignazio Marino, Carfagna o Capezzone. Con tutto il rispetto per questi politici. Inoltre la mia sensibilità verso questi temi non varia a seconda di chi ne discute. Se domani il papa dovesse dire “il feto è un grumo di cellule inanimate e puzzolenti” per me diventerebbe un cretino. Se sono disposto a pensare questo del santo padre, pensi che mi faccia influenzare se a parlare è la Carfagna o Marino???

        Per me sono “invotabili” sia chi si dichiara, senza se e senza ma, contro la tutela della famiglia e della vita (spesso nascondendosi dietro belle parole quali libertà e/o diritti) sia chi a parole fa di questi valori una bandiera e poi li usa per pulircisi la bocca. E sai perchè? Non certo per antipatia personale verso questo o quel politico, ma perchè alla fine il risultato è lo stesso. Ossia, questi valori e soprattutto le persone coinvolte nelle tematiche relative a questi valori vengono calpestate e dimenticate.

        1. Charlie

          Soprattutto ora, nella melma in cui siamo – ho usato un eufemismo – il risultato non è lo stesso, se un partito – per convenienza tattica, per disciplina, per paura di rappresaglie dal capo, per sfizio, per il gusto di fare il bastian contrario, per accaparrarsi più voti, perché pensa di essere più notato così e non diversamente, per farsi amici i cattolici, per aver pagato un fuori busta a tutti i suoi parlamentari, per odio e repulsione del Partito Radicale perché gli fa schifo la Bonino, perché vuol fare un dispetto a quel paraculo digiunatore di Pannella che si spinge sempre sull’orlo del suicidio e non fa mai un passo oltre, per odio e avversione dei suoi avversari su altre questioni, per una banale ripicca o che altro – vota, il più compatto possibile, a favore dei ” valori non negoziabili “, contro l’aborto il divorzio e l’eutanasia.

          Al di là dei pareri personali di qualcuno dei suoi componenti.
          Mi riferisco al PDL, il partito che, allo stato attuale delle cose, con più probabilità – per i motivi più disparati – può difendere quei valori.

          Nessun partito approva una legge solo perché tutti i suoi deputati e senatori sono follemente innamorati della bontà e della bellezza dei princìpi a cui il provvedimento si ispira.

          Solo i Santi, quelli canonizzati dalla Chiesa, sono capaci di tanto.
          Per amor di Gesù.

        2. Mariani Gianluca

          Io dico solo che per me invece non sono tutti invotabili: per il semplice fatto che alcuni, nonostante tra loro vi siano babbei che parlano a vanvera (forse per tentare di darsi un’aria “evoluta” così di moda), certe cose fino ad oggi non le hanno mai fatte o hanno impedito che si facessero, mentre altri farebbero di tutto pur di vederle fatte (vedasi Comune di Milano e simili). Quindi, con tutti i loro limiti, non sono uguali.

          Mi domando come hai scelto alle ultime elezioni: nel PDL c’è la Carfagna; il PD è il tempio del laicismo e del disfacimento dei legami sociali; metà dei montiani alle regionali invitava a votare PD e compagni; 5 stelle è il clone di SEL.

          Io dico che, dovendo vivere nel mondo reale, do fiducia a chi, magari potendo fare molto meglio, comunque garantisce e difende spazi di libertà alla gente normale: possibilità di educare i figli senza essere trattato come un cittadino di serie C, curarsi e curare i propri cari nelle strutture sanitarie più adeguate e in tempi veloci, lavorare senza essere spremuto da gabellieri e senza essere strangolato da uno statalismo vorace e deficiente, vivere in una società dove la vita di un gorilla non valga più di quella di un bambino o di un ammalato.

          Con il desiderio che a rappresentarmi siano sempre di più quelli che hanno a cuore il bene comune e sempre meno i qualunquisti senza cervello. E questo magari con l’aiuto di una legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere veramente chi eleggere indicandolo col proprio voto (se ben ricordi questo potere è stato tolto ai cittadini sull’onda di un altro scoppio di indignazione popolare pilotato ad arte).

          E ti dirò anche che mi sono anche stufato del moralismo ipocrita e bugiardo di tanta “informazione” – per la quale “fate quel che dico e non fate quel che faccio” è diventato uno stile di vita – che è stato la causa principale della situazione di stallo in cui si trova la Nazione (visto che chi ha sparso letame per due anni si è fatto fregare, facendosi soffiare alle elezioni il “frutto” di un’indignazione popolare tanto sterile quanto montata ad arte).

  5. ragnar

    Ne propongo uno super partes (almeno in teoria) giá proposto da un lettore di Specchio dei Tempi (La Stampa): Piero Angela. Permettetemi, a me sembra uno che sa il fatto suo molto meglio di tanta gentaglia che bazzica nella politica italiana.

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