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Eijk: «Ai vescovi tedeschi dico: adattare la fede al mondo non impedirà l’apostasia»

Di Rodolfo Casadei
24 Dicembre 2024
Intervista al cardinale arcivescovo di Utrecht e primate d’Olanda: «Negli anni Sessanta nel mio paese si pensò di recuperare fedeli appiattendo la morale cattolica. Risultati? Zero. Consiglio ai confratelli in Germania di interrompere subito il percorso sinodale»
Il cardinale Willem J. Eijk
Il cardinale Willem J. Eijk, arcivescovo di Utrecht e primate della Chiesa cattolica olandese (foto Ansa)

Il cardinale Willem J. Eijk, arcivescovo di Utrecht e primate della Chiesa cattolica olandese, è tornato recentemente in Italia invitato come relatore principale al convegno in memoria di monsignor Luigi Negri “Una via per costruire il bene comune – La dottrina sociale della Chiesa” che si è svolto sabato 26 ottobre presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Si era alla vigilia della chiusura del Sinodo sulla sinodalità, che dal 2022 ha impegnato la Chiesa a tappe a vari livelli. Il cardinale ha accettato di rispondere ad alcune domande attinenti questioni e temi sollevati nel corso della assise ecclesiale.

Eminenza, molti si aspettavano dal processo sinodale una riforma della Chiesa, con aggiustamenti sia dottrinali, sia disciplinari, sia organizzativi. Lei cosa pensa del tema “riforma della Chiesa”? È necessaria? Come dovrebbe essere?

La parola “sinodo” deriva da due parole greche, ossia sun che significa “insieme” e hodos che significa “via”. Il Sinodo consiste ...

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