
E se il prossimo governo affidasse la Farnesina a Magdi Allam?
Ora che il governo è caduto, il Parlamento è sciolto, il Partito democratico sembra candidarsi da solo, Forza Italia e An pure, la Casa delle Libertà vedremo, Roberto Formigoni potrebbe promuovere una propria lista e tanto, tanto altro succederà nelle prossime settimane; fin d’ora possiamo fare una proposta per il 14 aprile, per il giorno dopo. Tra le priorità dell’Italia ci sarà il Mediterraneo. Sia come occasione di commercio, sia come tentativo necessario di affrontare l’emergenza del fondamentalismo islamico, prima che l’ondata ci sommerga. L’assenza di diritti umani, civili e politici nelle dittature arabe, le moschee come unico luogo libero e la sensazione di essere abbandonati a queste alternative stanno dando linfa ai fanatici. A Milano, per esempio, da alcune moschee sono partiti terroristi verso i fronti di guerra mediorientali, e ogni due mesi vengono compiuti atti vandalici anti islamici. Servirebbe, perciò, un ministro degli Esteri che abbia presente tutto questo e non si limiti a siglare accordi economici, pure importanti, e omaggiare il regime di turno. Un ministro che sappia dare voce ai dissidenti democratici e liberali che vivono nei paesi islamici. Queste donne e questi uomini coraggiosi ci sono e sono molti, la loro forza è la nostra speranza. Servirebbe un ministro degli Esteri che al Cairo come a Damasco chieda conto dei tanti che stanno in galera e a Teheran ponga domande scomode sugli studenti arrestati e mai liberati, sulla bomba atomica, sui missili a lunga gittata. Servirebbe un ministro che possa parlare direttamente in arabo alle telecamere delle televisioni satellitari, seguitissime nei paesi islamici ma anche in Italia grazie alle parabole, che possa così superare la censura delle finte traduzioni. Un ministro che parli dall’Italia, ma che arrivi nei cuori di oltre un miliardo di persone che chiedono libertà. Magdi Allam, oggi vicedirettore del Corriere della Sera, potrebbe e saprebbe fare tutto questo. Chiunque vinca le prossime elezioni non potrebbe trovare un ministro degli Esteri migliore.
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