“E’ ora di intendersi”, lo ribadiamo. Serve un patto tra Walter e Silvio

Di Tempi
07 Febbraio 2008

Così come siamo stati fra i primi a considerare una bella novità la nascita del Pd intorno alla fascia tricolore del sindaco Veltroni, allo stesso modo di giornale piccolo-cortese ma non ipocrita, questa settimana ci è sembrato giusto pizzicare (per i motivi che troverete all’interno) l’immagine kennediana del principe Walter. Detto questo, non solo non ammainiamo l’idea di larghe intese tra i due poli, ma plaudiamo al sospetto che, come informa Il Giornale, il Cavaliere stia meditando di farla sua. Non ci spaventa il fatto che lo stesso Berlusconi abbia subito bollato lo spiffero del quotidiano di sua sicurissima proprietà come «utopia». Siamo in campagna elettorale, ogni giorno ha la sua pena. Restiamo persuasi che, volente o nolente, chiunque vincerà le elezioni sarà costretto ad ammettere che governare l’Italia esige oggi un accordo sulle grandi questioni che minano il futuro di questo nostro grande e sventurato paese. In effetti, grazie a una delle geniali intuizioni di don Gianni Baget Bozzo, i lettori di questo settimanale furono i primi ad essere informati sulla necessità di creare le condizioni politiche per «una grande intesa tra Forza Italia e il Partito democratico» (Tempi, 25 ottobre 2007). Aggiungete al genio profetico gli accidenti di un diffuso senso di insicurezza, i venti di recessione, il sud alla deriva, i provvedimenti urgenti necessari per rendere giustizia alla vita dal «suo concepimento alla morte naturale», alla famiglia e alla pubblica istruzione, e capirete perché Berlusconi (o chi per lui, per esempio Veltroni) all’indomani della vittoria alle urne, dovrebbe cercare di trasformare il proprio successo personale, in una possibilità di successo per tutta la Nazione. Siano quindici o tre i punti di un possibile accordo bipartisan, non abbiamo dubbi, prima o dopo le elezioni, questo accordo s’ha da fare.

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