E l’Espresso riuscì a inventare il reportage virtuale dal Darfur

Di Tempi
22 Dicembre 2005

Complimenti vivissimi a Gianni Perrelli e al settimanale L’Espresso per aver offerto ai loro lettori un réportage sul Darfur senza essere andati sul posto. Un testo preciso e pulito, corredato di un servizio fotografico suggestivo e animato dalle notazioni dei tre più affidabili “esperti” italiani sul terreno: i padri comboniani Luigi Cignolini e Giuseppe Puttinato, superiore provinciale e direttore del Comboni College rispettivamente, e la responsabile della cooperazione italiana nel Darfur Barbara Contini; più le voci degli esponenti sud-sudanesi nel governo di unità nazionale.
Con un solo dettaglio fuori posto: che il tutto è stato evidentemente realizzato a Khartoum, e non nella regione teatro della guerriglia e di un genocidio non riconosciuto, distante 800-1.000 chilometri dalla capitale sudanese. Certo, lo sappiamo anche noi, in realtà il clima di Khartoum fa soffrire più di quello del Darfur: più caldo, più polvere, più umidità, e la sera le distrazioni sono più o meno le stesse della minuscola Nyala (capoluogo del Darfur meridionale). Però vogliamo dirlo che c’è qualche probabilità in meno di beccarsi un proiettile?

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