La mattina di venerdì 21 settembre un brivido giustizialista, o forcaiolo, come preferite, corse nelle redazioni più politicizzate. Il presidente della Corte d’Assise di Perugia, Giancarlo Orzella, aveva fatto avvertire carabinieri, pubblici ministeri, avvocati e giornalisti che la giuria, riunita da lunedì per la conclusione del processo Pecorelli, sarebbe tornata in aula per la lettura della sentenza alle ore 19. In tempo per andare in diretta con il Tg3, pensarono in molti, abituati a scandire gli eventi e a interpretarli con i telegiornali della Rai, conoscendo la cura con la quale i leader politici fanno terminare le riunioni di partito e di governo in sincronia con questo o quel telegiornale affine. Ma Orzella per fortuna si è rivelato un programmista televisivo sui generis, quasi perfido. E ci ha regalato, fra le varie e piacevoli sorprese, anche quella di averci fatto sentire in diretta l’assoluzione di Giulio Andreotti dalla cervellotica accusa di mandante dell’assassinio di Mino Pecorelli durante il Tg Rai più in sintonia con le procure d’assalto, che un certo pubblico ascolta come una volta Radio Londra. Ne è rimasto particolarmente scioccato, anche come ascoltatore, Paolo Flores D’Arcais, che ha addirittura espresso “disgusto”. Evviva. Speriamo che impari finalmente a cambiare… canale.
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Emanuele Boffi