E adesso che si fa? Ora deve accadere l’impensabile: un governissimo per l’Italia (magari Renzi-Alfano)

Di Luigi Amicone
26 Febbraio 2013
Ci proverà Pier Luigi Bersani a stringere un accordo con Silvio Berlusconi? Difficile, mai dire mai. Le alternative non sono migliori con l'apriscatole Grillo che marcia su Roma

Avete presente la foto della scrutatrice milanese che si volta dall’altra parte e si copre la frangettina per fingere ripugnanza al Cavaliere che infila la scheda nell’urna? Ecco, come da copione Saviano (quello che twitta troppo in fretta: «Per ora prevale la certezza: Berlusconi è stato sconfitto»), il sorprendente risultato delle elezioni italiane è tutto in quell’istantanea. Da una parte le bellurie della ragazzina supponente, che ha in tasca Repubblica e in testa le cose più belle del mondo (il we can di Obama, i matrimoni e le adozioni gay di Elton John, la pulizia nella Chiesa secondo il cardinale Martini, i finanziamenti alla scuola pubblica di rito Cgil, i romanzi di Erri De Luca, i social network della primavera araba…). Dall’altra un italiano ricco sfondato che porta la sua fortuna tra la gente, ne fa simbolo di un certo reame, incarna l’idea che anche a ottant’anni si può essere più allegri, veloci e svegli di tutta la schiera dei nemici avari, epperò un sacco perbene. Insomma, da una parte, titolo dell’istantanea, “recita dell’indignata”. Dall’altra, uno di noi. E perciò: «Signorina, lei deve imparare a sorridere».

E l’Italia sorrise della presunzione dei giusti. Così, in un modo (Grillo) o nell’altro (Silvio), ha deluso i professori e i direttori di giornali, i sondaggisti e tutti gli intelligentoni che questa volta ci credevano sul serio che per la sinistra era fatta e che sarebbe andata al governo e che addio una volta per tutte a quel “pifferaio” di Berlusconi.  E, invece, questo della sinistra “egemone nel Paese” si è rivelato ancora una volta un sogno uggioso, palloccoloso. E fighetta. Che vince a Milano, a Roma e nelle solite capitali della borghesia rosso-noiosa. Ma non tra il popolo. E perciò, di nuovo, eccoci all’ennesimo segretario democrat che gli tocca rosicare. E portare la croce.

Come che sia andata (questa la rubo a una chiacchiera fatta con Giuliano Ferrara, è andata che «contro la simpatia non c’è niente da fare, loro sono così tristi»), i risultati sono lì: un pareggio che ha del miracoloso tra i due poli, quando non c’è stato un solo Mannheimer che potesse prevedere il recupero del centrodestra sulla coalizione di Bersani. È andata con l’esplosione grillante (da noi per altro prevista con largo anticipo). Con il grigio scalpore che ha fatto il basso score della Lista Monti. E con la scomparsa dalla scena dei vari Fini, Di Pietro e Ingroia.

Ci fosse qui Gianni Baget Bozzo, sorriderebbe ancora sornione e ironico, «avete visto?» – direbbe Baget – «il popolo è ancora Sovrano e Silvio ne è ancora la provvidenza».

Bene, e adesso che si fa? Che ci fa Grillo col suo primato e che ci fanno gli altri tre con il resto dei voti? Intanto è succulento registrare come Mario Monti abbia incassato un risultato modesto con una solitudine vecchia di cent’anni. Cloppete cloppete, dice il Professore del latte alle ginocchia, «è stato un risultato soddisfacente, da alcuni ipotizzato superiore, ma io sono molto soddisfatto alla luce di alcuni elementi, a cominciare dai tempi, appena 50 giorni da quando abbiamo deciso di presentarci, partendo da zero». Risultato politico di cotanta soddisfazione? L’irrilevanza.

Ma ecco la vera questione. Che farà il Pd, a cui in qualità di partito di maggioranza spetta il compito di smazzare le carte e decidere a che gioco giocare? Ci fosse un capo con la memoria viva e un comando di partito con il senso volitivo della responsabilità nei confronti del Paese, il pensiero di Bersani&C. correrebbe subito agli anni Settanta. Quando a causa dell’emergenza Brigate Rosse, accadde l’impensabile. Ovvero accadde che comunisti e democristiani si stringessero a coorte e con un “compromesso storico” davvero epocale tagliassero la testa al terrore rimettendo l’Italia nella carreggiata dei paesi non sudamericani. Adesso l’emergenza si chiama economia a rotoli e sistema dei poteri scassato fino all’anarchia per cui pezzi di magistratura possono permettersi di fermare tutto ciò che vive, respira e dà lavoro alla gente in un momento in cui di lavoro non c’è e i consumi languono. Domanda: ci proverà Bersani a battere la strada del governissimo (magari Renzi-Alfano), ben sapendo che Berlusconi è uomo pratico che vuole mantenere la promessa di restituire l’Imu agli italiani e desidera, come ogni italiano di buon senso desidera, una riforma della giustizia? Ci proverà il Pd a stringersi intorno a Bersani e a convincersi che lavorare a un accordo di legislatura anche breve, ma d’acciaio, sulla base di un programma minimo emergenziale, diciamo tre anni di sosta dal cicisbeismo antiberluscone e dall’anticomunismo caciarone, per fare riforme istituzionali, del lavoro e dell’economia, così, tanto per mettere in sicurezza il sistema-paese, ridare speranza agli italiani e riassorbire il “vaffa” grillante? Purtroppo, visto i precedenti, c’è da crederci poco. Però, mai dire mai. Queste elezioni portano infatti anche questa lezione: che bisogna imparare a sorprendersi, altrimenti uno poi magari finisce ricco sfondato, ma imbesuito come il celebre Fondatore.

L’alternativa al governissimo? È l’alleanza Pd-Grillo. Ma questo presumerebbe l’harakiri di uno che ha teorizzato la discesa a Roma «per aprire il Parlamento come una scatola di pelati». Ergo, perché mai Grillo dovrebbe allearsi con Bersani e perdere così l’aura dell’apriscatole? Davvero difficile che i grillini ci sorprendano con un fidanzamento Pd. Se fanno una roba del genere tra sei mesi non solo si torna al voto, ma finisce che Berlusconi fa cappotto alla Camera e in Senato.

Dunque? Dunque il presidente Giorgio Napolitano questa volta è con le spalle al muro. Inventarsi un altro Monti non esiste nemmeno dipinto sul muro merkeliano. Candidare Bersani alla presidenza del consiglio con una maggioranza di scopo che faccia la riforma elettorale e tenga botta sull’asta dei Bot e dello spread puntando a maggioranze ottenute con l’astensione pidiellina o grillina, è un’ipotesi da coprifuoco. Riportare l’Italia al voto subito? Ovvio, ci sta. Ma ci sta anche il rischio che salti per aria tutto. Sì, perché l’ipotesi di nuove elezioni prevede l’attesa delle condanne a raffica per Berlusconi e, nel frattempo, il caldo rovente sui mercati. Prevede un Cavaliere di nuovo scatenato e il caso che Grillo schizzi al trenta, quaranta per cento. A quel punto saremmo pronti per il Caucaso.

@LuigiAmicone

Articoli correlati

17 commenti

  1. giovanna

    A proposito di Grillo, mi hanno colpito due cose.
    La prima è che , a quanto ho scorso, nessun giornale o sito pubblica in evidenza, nemmeno il Giornale, per esempio, una delle pochissime frasi dette da Grillo in quell’intervista con la radio sua supporter, frase che hanno sentito tutti, e cioè qualcosa del genere, riferito a Berlusconi e Bersani, ” sono casi psichiatrici “. Una frase del genere , detta da Berlusconi, o anche da Bersani, credo, avrebbe fatto i titoli dei giornali, litri di inchiostro versati, invece la dice Grillo e tutto è normale, nessuno la rileva.
    La seconda cosa è il servizio tv di un festeggiamento grillino, mi pare a Roma. Gente normalissima, molto giovane in media, molti più uomini che donne, un’aria di famiglia, di cena di fine anno sociale della palestra, nessuna esultanza particolare, nessun esibizionismo, magliette e tutto il solito merchandising in bella vista, ma come una qualunque società sportiva, niente inquietanti “mani in alto ” o simili.
    La prima cosa mi terrorizza, la seconda mi lascia delle speranze.

    1. andrea

      certo che da speranze. 5 stelle per molti versi ricordano la Lega degli inizi. Lega che negli anni ha hatto numeri da circo incredibili (anche pittoreschi, tipo Borghezio che chiedeva la schedatura dei “negri” con le impronte dei piedi), ma che partiva da una vera esigenza di “popolo”: tiriamo avanti la carretta e vogliamo contare. Era inizio anni 90, e forse c’era ancora la “cassa del mezzogiorno” che per 40 anni aveva incenerito risorse preziose.

      I 5 stelle, a mio parere, NON sono Beppe Grillo. Io abito in Veneto, li dove il tessuto produttivo era forte, dove dipendente e “padrone” lavorano fianco a fianco, l’deologia non è di casa e si pensa a fare senza tante seghe mentali i 5 stelle hanno fatto uno sbrego (venetismo). Ed hanno risucchitato voti come una idrovora da PDL e Lega. Grillo non ha smacchiato solo il PD! (almeno qui nel NORD-EST)

      Il PDL ha bruciato 4 milioni di voti, PD idem, Lega circa 1, l’UDC è scomparsa, Vendola non ha capito che gli operai votano Beppe e gli intellettuali “dandy” votano lui.

      La gente ha votato Grillo perchè un minimo di decenza, un minimo di amor della cosa pubblica, un minimo di umiltà nelle candidature (Marini secondo in lista in Abruzzo, sarà una brava persona ma ha più di 80 anni e solo i 60/70 sanno chi sia, ma cosa pensavano al PD?), un minimo di spazio ai 30/40 (i 5 stelle rappresentano proprio questa generazione, non parliamo poi di chi ha votato per la prima volta)….. etc etc. etc.

      Io sono, nonostante tutto, fiducioso. Forse a sinistra capiranno che devono uscite dal recinto ideologico e aprirsi anche all’elettorato moderato (pensavano di vincere per abbandono dell’avversario….), spero che Berlusconi capisca che, nonostante la sua fenomenale rimonta, debba comunque pensare anche al futuro e aiutare a far venire fuori una nuova classe dirigente.

      Insomma, credo che i voti a Grillo siano in parcheggio, una sorta di clava con cui randellare se non si cambia.

      Almeno la penso così io che ho votato Monti ma sono stato tentato da Grillo fino dentro l’urna. Davvero, ho deciso all’ultimo secondo. E sono convinto che tantissimi, destra, sinistra, centro, abbiano fatto l’opposto anche loro all’ultimo secondo.

      1. Charlie

        Io, che sono vecchio e di origine tedesche, e che ho votato Adolf Hitler nel ’33 in Germania, mi ricordo che sono stato tentato di votare Partito Comunista fin dentro l’urna.

        Ho deciso anch’io all’ultimo secondo.
        Davvero.

  2. Bruno

    Bersani non farà mai un accordo con il PDL anche perchè gli si spaccherebbe il partito e lui stesso comunque farebbe parte di quelli che non sono d’accordo.
    Farà un accordo non esplicito con Grillo per qualche legge che, oltre ad un certo rinnovamento comunque auspicabile, cercherà di far fuori il centrodestra.

    1. andrea

      Bersani DEVE fare un accordo con il PDL.
      Mettere da parte l’orgoglio ideologico della superiorità morale e provarci.
      Legge elettorale e finanziamento ai partiti, poco altro possono fare.
      Pensi che si possa durare 5 anni con questo parlamento?
      In ogni caso è politicamente FINITO dopo aver pareggiato 10-10 una partita che vinceva 10-0 a 10 minuti dalla fine. Ti preoccupi che spacchi il partito? Questo PD è FI-NI-TO. I Bindy, Dalema, Marini, i consiglieri alla Gotor (penoso sentirlo commentare da Vespa) sono fuori dal mondo, non capiscono nemmeno i propri elettori, figurarsi la società in generale.

      Eppoi il centro destra non lo puoi fare fuori. L’articolo di Battista sul Corriere dice tutto: c’è un forte blocco sociale moderato con cui fare i conti.

  3. Quercia

    A mio parere l’unica soluzione è un governo di “responsabilità nazionale” il più largo possibile. Che comprenda quindi Destra, Sinistra, Lega, Monti e Grillo. Difficile che questi soggetti collaborino? Certo. Ma ci sono talmente tanti problemi in Italia che sicuramente se ne riescono ad isolare un decina e, una volta individuati, si inizia a cercare di risolverli assieme.
    Certo meglio lasciar stare temi dividenti quali adozioni gay, abolizione articolo 18, tagli alla scuola pubbica, aumento vitalizi, abolizione sindacati, inserimento patrimoniali.

    Iniziate col ridurre i compensi dei parlamentari a cifre in linea con l’europa e con i soldi risparmiati finanziate una riduzione delle tasse iniziando dai ceti più bassi. Iniziate a inserire una norma che impedisca (come per gli albi professionali) la candidabilità ai condannati, oppure un limite al numero di legislature. Attrarre capitali esteri (con relativo aumento posti di lavoro) migliorando il sistema burocratico italiano (eliminando tante scartoffie), quello giudiziario e quello tributario. In tutti questi temi, se lo si vuole, ci potrebbero essere ampie convergenze. Certo se si comincia ad urlare “Allarme!!! legge ad personam”, “Allarme!!toghe rosse”, oppure “Allarme!!! Inciucio” allora staremo come siamo sempre stati negli ultimi decenni. Con la differenza che ormai il tempo è scaduto e non possiamo più permetterci di stare fermi a litigare.

    Se i maggiori leader e tutti quei politici che maggiormente dividono facessero un passo indietro sarebbe meglio. Non significa che devono dimettersi ma semplicemente che assumano un ruolo di secondo piano.

  4. ep

    Dove sono ErikaT & C.??? Per favore battere un colpo (a meno che non vi sia venuto giá ieri)….

    1. giovanna

      Pare che non sia l’unica a constatare la tristezza di tanti sinistri.
      E questa considerazione nemmeno l’ho ripetuta a pappagalo, come i paggalli grillini di qui, sono soddisfazioni !

      1. pikassopablo

        A R R E N D I T I 😀 BOOM B O O M

        1. giovanna

          Ciao, cocorito !

        2. Piera

          Siete Circondati BOOM BOOM ;D

          1. giovanna

            Ciao, Cocorita, non è che solo perchè le elezioni sono alle spalle, si sperava in qualcosa di più delle solite frasi a pappaggallo ! Almeno voi penosissimi grillini che scrivete qui, ma io spero che nel mucchio dei parlamentari ce ne siano parecchi capaci di usare parole proprie, senza dover chiedere il permesso al guru anche per respirare.
            Spero.

          2. Piera cocorita

            dai è bellissima “arrendetevi siete circondati” .

          3. giovanna

            cara cocorita Piera, amor proprio azzerato , eh?

          4. Charlie

            Dai figli della mamma degli imbecilli, sempre incinta.

            Dai, anche questa non è male !

  5. giu8liano

    meglio il caos che allearsi con la sinistra. Come si possono dimenticare decenni di diffamazioni, calunnie, squadriglie armate dei centri sociali, Il G8, le università in subbuglio, i milioni di odiatori CGIL che hanno fatto fallire fabbriche e industrie. Come si possono dimenticare decenni di verminose accuse al Papa di campagne mediatiche anti cristiane. Voi dimenticate ?? io NO !!!

    1. andrea

      Non credo sia possibile rimanere senza governo.

I commenti sono chiusi.