Due poetesse arabe e i loro versi per Hina

Di Colombo Valentina
29 Novembre 2007

Ad Alba, la patria del tartufo e del dolcetto, lo scorso dieci novembre è stato dedicato un pomeriggio di poesia a Hina Salem. A ricordarla due tra le poetesse arabe contemporanee più significative: la libanese Joumana Haddad, solare ed estroversa, e la francese di origine siriana Maram al Masri, un viso dolce segnato dal dolore. Entrambe hanno tenuto a precisare che la donna di cui loro parlano è sì la donna araba, ma al contempo è la donna tout court e – perché no? – l’umanità intera. Quando manca la libertà, e chi vive nel mondo arabo musulmano ne è consapevole, non c’è distinzione tra uomini e donne. Joumana, cristiana, sa bene cosa significhi vivere con sopra la testa la spada di Damocle dell’estremismo islamico di Hezbollah. Maram, che è fuggita dalla Siria dopo che le era stato rapito il figlio dal marito, si è rifugiata in Francia per sposare un francese che ha trasformato la sua vita in un inferno, ha provato sulla propria pelle la sofferenza per amore. Joumana e Maram, due donne diverse da Hina ma entrambe affamate di libertà come lei. Tanto da dedicarle due poesie. Maram ha recitato: «Sono la ladra dei dolci/ esposti nel tuo negozio/ le mie dita sono appiccicaticce/ ma non sono riuscita a metterne uno solo/ in bocca». E ancora: «Bussano alla porta./ Chi è?/ Nascondo la polvere della mia solitudine/ sotto il tappeto,/ preparo un sorriso/ e apro». Joumana, commossa, ha dedicato a Hina i versi di “Sono una donna”: «Nessuno può immaginare/ quel che dico quando me ne sto in silenzio/ chi vedo quando chiudo gli occhi/ come vengo sospinta quando vengo sospinta/ cosa cerco quando lascio libere le mie mani./ (.) Credono di sapere/ ed io glielo lascio credere./ e avvengo./ Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia libertà fosse una loro concessione/ e ringraziassi e obbedissi». Chissà quante volte Hina avrà pensato qualcosa di simile. Ebbene, questi versi e il viso sorridente di Hina che ora non c’è più dovrebbero essere sempre presenti a chi in questi giorni deve giudicare le persone che le hanno crudelmente sottratto la vita.    [email protected]

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