Dove sta andando l’Europa? E dove l’Italia?

Di Giancarlo Tettamanti
20 Maggio 2022
Le riflessioni di Ratzinger - Benedetto XVI e del cardinale Biffi sono una bussola per orientarsi in un periodo di grande confusione della storia

Caro direttore, nel contesto culturale e operativo attuale, ci troviamo spesso dinnanzi a due domande: dove sta andando l’Europa? E dove l’Italia? Verso quale futuro ci portano gli sconvolgimenti di questo nostro tempo?

Forse ci aiuta una riflessione di Papa Benedetto XVI (La vera Europa – Ed. Cantagalli), il quale pone nella “incondizionatezza” la possibile risposta nel fatto che la “dignità umana” e i “diritti umani” devono essere presentati come valori che precedono qualsiasi giurisdizione. I diritti fondamentali non vengono creati dai legislatori, né conferiti ai cittadini, ma esistono per diritto proprio, sono da sempre da rispettare da parte dei legislatori, sono a lui previamente dati come valori di ordine superiore. Questa validità della dignità umana non è manipolabile dall’agire politico, perché ci sono valori che non sono manipolabili per nessuno: essi rappresentano la vera e propria garanzia della libertà e della grandezza umana”.

“Certo, oggi esiste un nuovo moralismo le cui parole-chiave sono giustizia, pace, conservazione del creato, parole che richiamano a valori morali essenziali di cui abbiamo bisogno. Tuttavia scivolano nella sfera politico-partitica. Anzitutto nella pretesa rivolta agli altri, e troppo poco nel dovere personale della nostra vita quotidiana. Infatti, cosa significa giustizia? Chi la definisce? Che cosa serve alla pace? Purtroppo vediamo tutti come il pacifismo possa deviare verso un anarchismo distruttivo”.

E così il compianto Card. Giacomo Biffi (La festa della fatica umana, ESD Bologna), che ebbe ad evidenziare come “tutta la vita umana corre seri pericoli. E non solo per il perdurare delle guerre e il diffondersi del ricorso agli attentati e alle stragi, come a mezzi di lotta ideologica; ma anche per l’eutanasia, le fantasie genetiche, la glorificazione delle devianze sessuali, la corrosione dell’istituto della famiglia, il permissivismo in tutti i campi, la droga. Si va logorando nella coscienza comune il concetto di uomo come persona inalienabile e sacra. Tanto che nella mentalità di molti si arriva ad assimilarlo agli animali, perfino moralmente e giuridicamente”.

Nell’ambito più propriamente sociale, il primato dell’uomo sulle cose, sulle strutture burocratiche, sul complesso mondo dell’economia, stenta ad affermarsi ed è spesso disconosciuto nei fatti.

Dove sta andando l’Europa? L’Europa, apparentemente unita, pur soggetta ad egoistici interessi nazionali che di fatto spesso ne mortificano l’agire, giustamente implora la pace e si pone in difesa di quanti sono minacciati, aggrediti e soggetti ad invasioni tese a limitarne, se non ad annullarne l’autonomia territoriale. Tuttavia resta prigioniera – culturalmente ed operativamente – delle lobby LGBT, discriminando quanti, in coscienza, la pensano in modo diverso. Mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace, si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata.

Dove sta andando l’Italia? Nel nostro Paese si sta aprendo una lunga stagione di difficoltà, colpito dal fenomeno della globalizzazione economica, che si esprime senza limiti e senza confini. C’è chi afferma, giustamente, che una economia senza barriere non gioca certo a favore di imprese e lavoratori, e nemmeno in promozione di infrastrutture che ne sostengano una ripresa. Ma anch’esso si distrae soccombendo ad una mentalità relativista, tesa a sottigliare differenze e a minimizzare la vitalità di valori e di tradizioni ritenuti superati e anacronistici.
In quest’ottica, prioritarie sono norme e riforme che riportano in prima fila l’ideologia gender. In questa azione brilla il ministero dell’istruzione che ignora certe manifestazioni e certi progetti dove le figurine Lgbt, qua e là, vengono proposte come talismani. Non va taciuta l’iniziativa di una scuola in provincia di Modena, dove in nome di un progetto di educazione sessuale e affettiva per bambini di 10 e 11 anni si sarebbe dovuto parlare di masturbazione, orgasmo, preservativi, anticoncezionali e come essere transgender. A bambini delle elementari, e senza alcuna informazione ai genitori!

Ma non è tutto: il ministro dell’istruzione Bianchi, mentre ha tralasciato di considerare le scuole pubbliche non statali paritarie e i loro insegnanti nel progetti di riforma diffuso, e nonostante abbia al Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica espresso compiacenza per il lavoro di tali scuole e la necessità che vengano sostenute, tramite la Direzione generale del 17 maggio, ha ricordato ai Presidi di creare occasioni di approfondimento in occasione della giornata contro le transfobie in ogni scuola, innescando l’educazione gender nelle scuole, e ciò disconoscendo quanto l’antropologia evidenzia della differenza naturale uomo/donna, nonché il diritto di bambini e studenti ad una educazione e formazione consona, senza essere indottrinati in danno al valore della genitorialità e del rapporto di madre e padre con i figli. Di questo passo, ineludibile la domanda: quale futuro ci aspetta?

Giancarlo Tettamanti

Foto Ansa

 

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