
Donacibo nelle scuole per insegnare ai ragazzi il valore della carità
La settimana dal 12 al 17 marzo ha visto svolgersi la sesta edizione di Donacibo, iniziativa che la Federazione nazionale dei Banchi di Solidarietà ha organizzato in duemila scuole italiane e che ha coinvolto migliaia di ragazzi e adulti. Per capire il perché di questo gesto di carità, e perché proprio nell’ambito scolastico, tempi.it ha contattato Andrea Franchi, che della Federazione è il presidente. «Partendo dalla realtà dei Banchi di Solidarietà, che ormai da tredici anni svolgono la loro missione sul territorio italiano, qualche anno fa un gruppo di genitori e di insegnanti, che già da tempo offrivano gratuitamente il loro contributo, si è domandato: “Perché non entriamo nella scuola, in una società dove oggi di carità cristiana non si parla più o viene ridotta all’offerta del lavavetri ai semafori? Perché non testimoniamo la nostra esperienza di educazione alla carità?”. Donacibo è una raccolta di generi alimentari non deperibili all’interno delle scuole e lo scopo è di ricordare che la prima carità è quella che noi abbiamo ricevuto quando abbiamo incontrato il cristianesimo».
I mezzi di comunicazione ci mostrano un’Italia cinica e delusa. La realtà spesso è ben diversa.
Queste duemila scuole sono di tutti i tipi, ordine e gradi, e andare nelle classi a proporre un gesto come questo è spesso considerato fuori moda. Invece ci siamo accorti che l’esperienza del cristianesimo riguarda l’uomo e quindi chiunque hai davanti, credente o no, rimane ad ascoltarti, anche se poi decide di non aderire al gesto.
Il gesto concreto di donare cibo a chi ne ha bisogno.
Un gesto operativo. Ogni Banco di Solidarietà ha la responsabilità di organizzare la raccolta nella propria zona, sempre nella terza settimana di Quaresima, usando il volantino di presentazione e chiedendo l’autorizzazione per entrare nelle scuole.
È in sostanza una proposta educativa: come reagiscono adulti e bambini?
È impressionante l’attenzione dei ragazzi e la loro adesione piena di entusiasmo: questo pone domande agli scettici. È sempre commovente vedere i bimbi della prima elementare tornare a casa col volantino e coinvolgere i genitori. L’iniziativa del Donacibo diventa spesso, all’interno della scuola, argomento di discussione e di dialogo anche nei mesi successivi. È anche l’occasione per conoscere la realtà dei Banchi di Solidarietà.
Cambia il rapporto umano e cambia la realtà intorno.
Chi dona il proprio tempo al Banco di Solidarietà sa che il primo gesto di carità è la persona stessa. Più si prende coscienza di questo, più cambia l’uomo e l’ambiente circostante. Questa è la grande realtà della testimonianza del Donacibo.
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