Lettere al direttore

Dissonanza 11

Di Mauro Grimoldi
15 Dicembre 2023
L’Intruso che viene prende in groppa la croce e percorre la sua strada di morte e risurrezione. Viene a Natale e va via a Santo Stefano, ma nel suo andar via è il suo autentico venire.

La nostra età

– ha scritto una volta

l’angloamericano –

è un’età di virtù moderata

e di vizio moderato

in cui gli uomini non deporranno la croce

perché mai l’assumeranno.

 

Si discute molto a Babilonia

e si scrive,

si cercano parole per spiegare tutto

e si è più contenti.

Si ha l’impressione

di aver risolto tutto,

di aver capito, di aver spiegato.

Ah, se tutti facessero

quello che dico!

Se tutti capissero

quello che il mio pensiero

pensa!

Come uno che abbia fatto il suo dovere,

–  basta applausi, per favore,

ho fatto solo il mio dovere

mi sono guadagnato il diritto

di riposare nei miei giusti pensieri.

Siamo così tranquilli,

così contenti di noi stessi

che possiamo persino

permetterci di soffrire,

di patire di sponda.

C’è chi indossa la sua faccia più pensosa,

la più grave tra quelle

che stanno nell’armadio,

e si sente in diritto di uscire,

di camminare per strada

a testa alta,

magari di parlare in una qualche radio

per fare la propria dignitosa figura.

 

L’Intruso che viene

prende in groppa la croce

e percorre la sua strada

di morte e risurrezione.

Viene a Natale

e va via a Santo Stefano,

ma nel suo andar via

è il suo autentico venire.

Il già della risurrezione,

qui, nella ganga di Babilonia,

è sempre e soltanto

nel non ancora della croce.

Il resto sono parole,

nebbia di fumo,

illusione, come il grembo

sterile di una vecchia,

travestita da ragazzina.

 

La realtà è il nascere

definitivo e irrevocabile

che comincia sul legno.

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